dude, are you okay?

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    ◇ DONOVAN EARC DOHERTHY ◇

    Nel corso di quei giorni non avevo fatto altro che pensare e ripensare, e beh probabilmente il soggetto die miei pensieri penso sia palese chi fosse. Ogni mio minimo pensiero era rivolto ad Hunter alle sue labbra e al grande desiderio che avevo di baciarlo, toccarlo e stringerlo a me. Cercai con tutte le mie fortissime forze di non pensare al ragazzo, non dovevo più farlo. Quest'ultima cosa me l'ero imposta. Erano passate ben due settimane e mezza, diciamo che contandoli erano diciotto giorni. Si okay era al quanto imbarazzante il fatto che avessi iniziato persino a contarmi i giorni ma non potevo negarmi la mancanza - se così si può chiamare - di Hunter. Per i corridoi e per i giardini ci eravamo scontrati più di una volta, ma in men che non si dica mi liquidavo ogni qual volta che i miei occhioni nocciola incontravano i suoi splendidi occhi verdi con delle chiarissime sfumature. In quelle due settimane mi ero dedicato particolarmene allo studio, mi ero persino portato avanti il programma da solo pur di cercare di trovare qualcosa da fare anche se iniziavo a lasciarmi andare all'idea che magari il fatto di portare avanti una relazione nascosta non era poi così male. Al glee club avevo avuto modo di approfondire la mia conoscenza con Claire, una ragazza di dicannove anni che frequentava le lezioni di canto coreografato assieme a me. I suoi capelli erano biondi come il grano e lunghi fino al suo sedere e mossi, decisamente belli. Il suo viso era abbastanza marcato soprattutto i suoi occhioni azzurri che tanto ricordavano quelli tenere di Bambi. Le labbra erano grosse e carose e da quando la conoscevo avevo potuto constatare che erano l'unica parte del suo viso che truccava con rossetti piuttosto accesi. Era molto magra e vantava di gambe decisamente lunghe. Avevo iniziato a frequentare quest'ultima, ed era una settimana e mezza che uscivamo assieme. Mi trovavo abbastanza bene con lei anche perchè riusciva a cavarsela bene anche sotto le lenzuola. Avevo itnrapreso questa relazione anche come una sorta di distrazione, infatti avevo iniziato a pensare meno ad Hunter e a alla sua figura quando stavo con lei.
    Quel giorno ci trovavamo nella aula prove. Ci mettemmo seduti l'uno accanto all'altra - come sempre oramai - e la mano di Claire era appoggiata sul mio ginocchio mentre la sua testa se ne stava accoccolata sul mio petto. Non era una novità che ci ritrovassimo così, era il quotidiano oramai. Avvolsi il suo corpo con un braccio per stringerla verso di me e l'altra mano andai ad appoggiarla sulla mano sulla sua sul mio ginocchio ed incrociai le nostre dita mantenendo un leggero sorrisetto sul volto. Quando il professore che teneva quelel lezioni entrò nell'aula e con un sorriso che andava da un orecchio ad un altro ci annunciò « Al club si sta unendo un nuovo componente. » Esclamò con un sorriso soddisfatto che procurò il mio aggrottamento di sopracciglio e la curiosità di vedere chi fosse quest'ennesimo componente. Quando dalla porta notai avanzare la figura di Hunter, sgranai immediatamente gli occhi e non mi trattenni dal deglutire immedtamente in maniera rumorosa, scaturendo il distacco di Claire che mi guardò confusa e che mi chiese poi se andasse tutto bene. Mi limitai ad annuire e a baciarle appena la bocca mentre i miei occhi si andavano ad appoggiare sulla figura di Hunter in attesa che facesse>/dicesse/o qualsiasi altra cosa qualcosa.

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    ◇ HUNTER WILLIAM FITZPATRICK ◇

    Da quando uscii dalla camera di Donovan, la sera in cui mi disse che tra di noi non ci sarebbe potuto essere nulla, il mio umore crollò a picco. Passai il resto del weekend praticamente da solo nella mia stanza, finchè non fui costretto ad uscire da lì il lunedì mattina e subire le mille domande dei miei amici. In pratica non gli diedi la minima spiegazione, anche perchè ero piuttosto nervoso e intuirono che era meglio non provocarmi. Mi sarei potuto incazzare per la minima cosa, davvero. Chelsea invece, sebbene fosse ancora risentita per il fatto che l'avevo piantata alla sera del party, fu abbastanza dolce e decise di non riempirmi di domande come gli altri, cosa che apprezzai molto e dio, mi era mancato baciarla. Le sue labbra erano sempre state meravigliose, carnose e morbidissime. Nonostante però la sua presenza che faceva andare tutto un pochino meglio, mi sentivo comunque uno straccio e la cosa peggiore era che non ero nemmeno arrabbiato con Donovan: ero serio quando avevo detto che lo capivo, perchè immaginavo che non volesse fare la parte dell'amante. Insomma, chi mai l'avrebbe voluta fare? Inoltre mi ero già comportato da stronzo con lui e non ero stato giusto nei suoi confronti, quindi questo spiegava perchè non si fidasse abbastanza per buttarsi a capofitto in questa storia. Era okay, immaginavo. Avevo provato e non era andata bene e forse era meglio così. In questo modo avrei dovuto affrontare meno problemi e non avrei rischiato nulla.
    In quel periodo di tempo, avevo comunque cercato di fermare Donovan nei corridoi per parlargli, anche solo per chiedergli come stava, ma a quanto pare sembrava sempre essere troppo impegnato - o almeno, troppo impegnato per me. Riusciva a trovare un modo per liquidarsi in ogni occasione e la cosa mi innervosiva da morire, finchè non decisi semplicemente di lasciarlo perdere. Non voleva avere nulla a che fare con me, dovevo solo riuscire a mettermelo in testa. In fondo, dei baci non significavano nulla e si, aveva detto che gli piacevo, ma ero piuttosto convinto che odiasse il mio carattere.
    La cosa che fece scattare qualcosa in me, avvenne circa una settimana dopo, quando ormai mi limitavo a lanciare solo delle brevi occhiate al ragazzo dagli occhi color miele. Stavo passeggiando per i giardini della scuola con Elaine, chiacchierando e vidi una coppia che si stava baciando sugli scalini d'entrata al padiglione principale. All'inizio non ci feci nemmeno caso - non è che mi interessasse molto dei gossip, a parte quelli che giravano su di me, ovviamente - ma rimasi pietrificato quando riconobbi Donovan. Era per forza lui, si, e stava limonando con una figa da paura. Non mi preoccupai nemmeno della presenza di Elaine, che avrebbe potuto intuire qualcosa, e mi affrettai ad andarmene di lì mentre lei mi rincorreva chiedendomi cosa mi era preso. Era abbastanza orribile vedere il ragazzo per cui avevo una cotta baciare un'altra, grazie tante. "Si è ripreso in fretta, almeno" pensai ironicamente. Fanculo. In quel periodo non c'era una cosa che mi andava bene, tra la scuola e tutto il resto, e alla fine mi capitava sempre di prendermelo nel culo. Quella cosa tra la bionda - che poi scoprii si chiamava Claire - e Donovan, come potrete immaginare, crebbe nel corso della settimana e andò a finire che ogni volta che mi giravo me li ritrovavo davanti, uno spiccicato al corpo dell'altro, tutti presi in baci, sorrisi e carezze. Dio, mi veniva da vomitare. Ed ero anche geloso.. odiavo vedere e sapere Claire toccare parti del corpo di Donovan che io avevo solo potuto immaginare. Non credevo fosse la ragazza giusta per lui, e dovevo fare qualcosa. Non sapevo esattamente a cosa mi avrebbe condotto, ma Hunter Fitzpatrick non era uno che si arrendeva facilmente e questa cosa non sarebbe cambiata. Me lo dovevo riprendere.
    L'idea - geniale, tra l'altro - mi venne quando stavo leggendo la bacheca con l'elenco di tutti i club della scuola: no, non avevo sbattuto la testa da qualche parte, ma ero costretto ad iscrivermi a qualche cazzo di corso per rimediare un paio di crediti scolastici che mi servivano. A primo impatto esclusi subito il club di canto corale, non era per me, ma poi mi ricordai che Donovan ne faceva parte e.. era l'opportunità perfetta. Sapevo cantare, anche piuttosto bene, sapevo ballare e avevo una particolare capacità nell'ammaliare la gente, cosa mi serviva d'altro? Probabilmente uno scudo per ripararmi dai commenti del tipo "ma cosa cazzo ti sei fumato?!" dei miei amici quando lo sarebbero venuti a sapere. Okay, avrei inventato qualche balla anche in quel caso. Il professore che gestiva il corso fu ben felice - e piuttosto stupito - quando gli consegnai il modulo con l'iscrizione e mi disse che avrei dovuto preparare una breve audizione per presentarmi agli altri - solo una semplice cosa di tipo formale. Bene, perchè avevo già in mente la canzone perfetta.
    Pochi pomeriggi dopo, appena sentii le parole « Al club si sta unendo un nuovo componente » del professore, entrai nella stanza. Vidi decine di paia di occhi fissarmi in modo piuttosto incredulo e sorrisi appena, infilando le man nelle tasche dei pantaloni.Non mi soffermai su nessuno di essi, ma piuttosto cercai subito Donovan - seduto accanto a Claire, che iniziava a starmi davvero sui coglioni - e guardai esplicitamente nella sua direzione. « Immagino che tutti conosciate già vita e miracoli su di me, quindi - il mio solito sorrisetto mi di formò sul volto - credo che sia meglio che inizi subito » dissi, per poi fare cenno ai musicisti dietro di me. listen to me. Cantai tutta la canzone fissando apertamente Donovan e sinceramente non me ne fregava un cazzo di quello che avrebbero potuto pensare gli altri, tutto quello che desideravo era vedere anche una minima reazione in lui. Appena finii il professore e gli altri si complimentarono con me e li ringraziai. Infine mi sedetti nel posto libero proprio di fianco al riccio, dalla parte opposta di Claire, facendo quasi finta di nulla. Non sapevo quanto ci avrebbe messo, ma ero sicuro che mi avrebbe presto chiesto delle spiegazioni.

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    ◇ DONOVAN EARC DOHERTHY ◇

    Okay probabilmente il fatto che nel corso di quell'ultime due settimane e mezzo non avessi fatto altro che deviare Hunter e cercare in tutti i modi possibili di evitarlo, era forse un qualcosa di troppo esagerato ecco quello mi sembrava il termine azzeccato. Da quando avevo iniziato a fruqntare Claire, poi, non avevo fatt oaltro che sbattergliela in faccia: Ogni qual volta c'era lui attorno a noi non perdevo occasione di amoreggiare con la mia ragazza dinnanzi a lui. Non che lo facessi per qualche motivo ben rpeciso, no okay il motivo c'era. Erano due in effetti: Lo volevo far ingelosire, cosa che in effetti sembrava stessi riuscendo a fare, e poi volevo evitarlo e non c'era modo migliore di farsi vedere ehm occupato. Avevo notato i suoi occhi in dosso per tutti quei giorni e dovevo ammettere che non ci poteva essere nulla di più bello dello sguardo di Hunter su di me. La voglia che avevo di afferrargli i fianchi e di sbatterlo contro qualche armadietto per potergli baciare con foga la bocca e per poter allungare ovunque le mani sul suo corpo, era uan voglia che non riuscivo per niente a trattenere tanto che ogni notte mi capitava di fare sogni decisamente poco casti su me ed il ragazzo e di svegliarmi in condizioni la mattina in cui solo l'aiuto delle mani poteva aiutarmi. Frequentavo il glee club da un annett oramai, forse qualcosa in più ed avevo constatato he appartenere ad un club del genere ti scaraventava in men che non si dica ai piani più bassi della piramide scolastica, fu per quest'ultima cosa che mi sorprese il fatto di vedere Hunter entrare in aula « Immagino che tutti conosciate già vita e miracoli su di me, quindi credo che sia meglio che inizi subito » Le sue parole, e tutta la sua modestia - di fa per dire - avevano fatto si che sul mio viso si formasse un espressione poco convinta con tanto di broncio sulla bocca. Mi leccai lentamente le labbra mentre la cosa che istintivamente feci fu stringere in manier apiuttosto forte la mano della bionda avvinghiata a me, seduta sulla sedia di fianco. Quest'ultima a causa della forte stretta mugugnò un grmeito di dolore che immediatamente placò con un bacio sul mio mento. Quando Hunter iniziò a cantare, sentii i suoi occhi fissi su di me e non riuscii a non fissarlo a mia volta, ritrovandomi nuovamente a guardare i suoi occhi, i suoi bellissimi occhi nei quali stavo iniziando a perdermi se non fosse stato per la canzone che era oramai finita. Presi un leggero sospiro e - come tutti - feci un applauso. Non appena Hunter si venne a mettere seduto al mio fianco, non fiatai minimamente, non lo guardai nemmeno. Restai concentrato a guardare il professore che andava a spiegarci qualcosa riguardo, no okay non stavo ascoltando la lezione ma più che altro stavo pregando me stesso con il fine di restare buono e di non voltarmi verso Hunter anche se questa era l'unica cosa che volevo. Per un'attimo la mia tentazione prese il sopravvento tanto che allungai una mano verso la sua, giusto il tempo epr sfiorarla- poi tornai lucido - ed allontanai subito la mia mano deglutendo e sperando che nessuno si fosse accorto di quel minimo conttatto. Per tutto il resto del tempo non guardai il ragazzo , ne tanto meno gli parlai. Pensavo di aver intuito il motivo per cui si trovava in quella stessa stanza con me in quel momento, insomma, non credevo che fosse li per fare qualche stronzata delle sue ma piuttosto perchè voleva parlare con me: anche perchè ci aveva tentato già nei corridoi. Fu a lezione finita che mi decisi di fare qualcosa. Non appena tutti uscirono di li, seguiti poi dal professore che teneva il corso, restammo solo io, Hunter e Claire. Liquidai quest'ultima con un bacio e con un "ci vediamo stasera, vengo a fare un salto in camera tua." Restai da solo con Hunter ed immediatamente chiusi a la porta dell'aula, girando persino la chiave nella serratura. Mi appoggiai con il fondoschiena verso il piano forte ed appoggiai su questo le mie mani stando con lo sguardo verso Hunter « E tutto questo... perchè?! »

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    ◇ HUNTER WILLIAM FITZPATRICK ◇

    Sorrisi soddisfatto per l'applauso che tutti mi rivolsero e che si, mi meritavo completamente. Quei cinque minuti che avevo passato lì dentro erano andati abbastanza bene, se non pensavo al fatto che mi trovassi in una stanza insieme alle persone più sfigate di tutta la scuola - e credetemi, per battere il club dei fumetti e quello degli origami per principianti del primo livello ce ne voleva. Magari, con la mia presenza, sarebbe diventato quasi figo, anche se lo dubitavo. Erano così sfigati che nemmeno un miracolo sarebbe riuscito a cambiare le loro condizioni. Avevo notato il modo in cui Donovan mi aveva fissato mentre cantavo ed ero perfettamente capace di distinguere uno sguardo di ammirazione - presente negli altri - da qualcosa di più profondo, che suggeriva una certa attrazione. In ogni caso, come avevo immaginato, appena mi sedetti il riccio mi ignorò completamente, ma non me la presi affatto. Sapevo che era testardo, ed anche molto, quindi aveva bisogno del suo tempo. Intanto, mi potevo godere tutta l'attenzione che si era improvvisamente concentrata su di me. Sorrisi ai complementi di un paio di ragazzi e li ringraziai, per poi scambiare quattro chiacchiere con le tre ragazze che c'erano attorno a me, che erano anche piuttosto carine. Mi dissero i loro nomi e non persi tempo per flirtare lievemente con loro, come facevo in fondo con qualsiasi bella ragazza che mi trovavo davanti - quando non era con Chelsea ovviamente, soprattutto perchè lei batteva qualsiasi tipo di concorrenza. Mentre ero praticamente girato dalla parte opposta rispetto a Donovan sentii delle dita sfiorarmi la mano e mi voltai, alzando un sopracciglio. Aspettai qualche secondo perchè dicesse qualcosa e appena capii che non avrebbe parlato, tornai alla mia molto più interessante conversazione. Per il resto della lezione quasi non ascoltai il professore - infatti non è che me ne fregasse più di tanto - e recepii solo una minima parte di ciò che disse. Appena suonò la campanella di fine ora tutti se ne andarono, mentre io rimasi tranquillo sulla mia sedia a mandare un sms ad Aaron che mi chiedeva dove fossi e inventai la prima cazzata che mi venne in mente. Dio, che palle. Senza di me proprio non resistevano. Come previsto, Donovan si fermò nell'aula, dopo aver congedato Claire con un "ci vediamo stasera, vengo a fare un salto in camera tua" dopo il quale non ruscii a trattenere una smorfia disgustata. "Grazie tante, sbattimelo pure in faccia" pensai, per poi alzarmi finalmente dalla sedia e scendere quel paio di gradini che c'erano ed arrivare di fronte al ragazzo. Sorrisi quando chiuse la porta a chiave - prevedibile - e aspettai che si appoggiasse al pianoforte. « E tutto questo... perchè?! » oh, era quasi adorabile. Quasi. « Ho bisogno di un paio di crediti per tenere una media decente. Avevo provato con il club della castità, ma a quanto pare non mi hanno accettato » risposi tranquillamente, con un tocco di ironia, mentre avanzavo verso di lui. Se avessi anche solo allungato di poco un braccio in avanti, ora avrei potuto toccarlo. « Che c'è, hai paura che ti rubi il tuo territorio? » lo provocai poi, sorridendo, riferendomi ovviamente al fatto che lui fosse uno dei solisti maschili principali.

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    Edited by plæstic - 30/4/2013, 22:24
     
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    ◇ DONOVAN EARC DOHERTHY ◇

    Il glee club era composto da una decina di persone tra le quali oltre me e Claire c'erano anche quattro ragazzi e la restante componente femminile. Era raro trovare ragazzi che partecipavano volentieri a certi club, diciamo che non erano il massimo d'aspirazione per nessuno anche se io, personalmente, trovavo quel club uno dei più interessanti che ci potessero essere e mi piaceva abbastanza stare a passare delle ore li. Avevo notato, o meglio sentito, il flirtare di Hunter con tre ragazze che stavano seduta su per giù di fianco a lui. Queste - oltre a Claire - erano il meglio (per quanto riguardava il fascino) che il glee club poteva offrire e - maginfico, continua pure - pensai tra me e me al quanto stizzito. Si okay ero geloso, e quini?! Mi sembrava pure ovvio. Non che tra me ed il ragazzo ci fosse stato qualcosa di serio, in effetti tra di noi c'erano stati solo un paio di bacetti e nient'altro. Più che bacetti beh quelli li chiamerei baci. Era strano come il fatto che solo a pensare ai baci che io ed Hunter ci eravamo scambiati, ero riuscito persino a percepire ancora una volta la sua liscia bocca sulla mia. Con un leggero sospiro attesi l'intera lezione e non appena io ed ilr agazzo ci fummo ritrovati soli lo guardai avvicinarsi poi a me, dopo aver sceso un paio di scalini. « Ho bisogno di un paio di crediti per tenere una media decente. Avevo provato con il club della castità, ma a quanto pare non mi hanno accettato » Oh, il solito Hunter, quasi mi era mancato. Tirai un leggero sospiro annuendo piano alle sue parole. Mi sentii quasi un perfetto cretino ad aver pensato - anche solo per un'attimo - che si fosse iscritto a questo club per starmi accanto. Scossi piano la testa tra me e me e con una mano andai a grattarmi la nuca. « Che c'è, hai paura che ti rubi il tuo territorio? » Fu quando esclamò queste parole che aggrottai subito le sopracciglia e corrucciai le labbra scuotendo poi immediatamente la testa. Non per fare il gradasso, ma tra i vari solisti del club, ero uno - o forse l'unico - migliore e non ero di certo intimorito dalla presenza di Hunter. Alzai piano le spalle e mi scostai piano dal pianoforte così da potermi allontanare di qualche passo d alui, dato che era troppo vicino. Decisamente troppo. « Non ti capisco sai, dovrei essere io quello con gli sbalzi d'umore ed il cambio di personalità, ci sono volte in cui l'unica cosa che ti vorrei fare è baciare ogni angolo del tuo viso, e poi ci sono volte - come questa - che ho solo voglia di prenderti a schiaffi. Esclamai con un leggero sospiro. Non avevo nemmeno fatto caso al fatto che avevo fatto riferimento al mio stato caratteriale, alla mia tendenza alla lunacità causata dal mio disturbo. Per un'attimo avevo creduto che fossi venuto qui per... per dimostrarmi qualcosa, dio santo mi sento un completo cretino. » Esclamai coprendomi per un'attimo solamente il viso.

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    ◇ HUNTER WILLIAM FITZPATRICK ◇

    Ed ecco che iniziavo a prenderci di nuovo gusto con le mie battutine perfette. Osservare le reazioni di Donovan alle mie parole era quasi esilarante, giuro, anche se forse ora avrei dovuto smettere. Sapevo che se forzavo troppo la corda avrebbe potuto rompersi e lui non ci avrebbe pensato due volte a dirigersi verso la porta e uscire dall'aula, come aveva già fatto in altre occasioni. Quella distanza era la minima che si era interposta fra noi da giorni ormai, precisamente da quando avevo rinunciato a parlargli, e feci un'espressione appena scocciata quando si scostò dal pianoforte per allontanarsi da me. Prevedevo già di poggiare le mie mani sulle sue guance e baciarlo - morivo dalla voglia di farlo, cavolo - ma a quanto pare per ora ancora non se ne parlava. « Non ti capisco sai, dovrei essere io quello con gli sbalzi d'umore ed il cambio di personalità, ci sono volte in cui l'unica cosa che ti vorrei fare è baciare ogni angolo del tuo viso, e poi ci sono volte - come questa - che ho solo voglia di prenderti a schiaffi. Per un'attimo avevo creduto che fossi venuto qui per... per dimostrarmi qualcosa, dio santo mi sento un completo cretino » ecco che aveva ricominciato con la sua parlantina, che spesso era più sincera di quanto mi fossi mai aspettato. Mi presi qualche secondo per metabolizzare ogni parola, poi sospirai. Corrucciai la fronte riflettendo sulla prima parte, quella riguardante gli sbalzi d'umore. « Cosa.. cosa centra il cambio di personalità ora » chiesi confuso, cercando di capire meglio. Certo, era una cosa che avevo sicuramente notato in lui ma.. definirla addirittura cambio di personalità? Quanto a me, beh, lo capivo se mi diceva che a volte avrebbe avuto voglia di prendermi a schiaffi. Non ero lunatico, ma agivo secondo i miei interessi e spesso mostravo tutto l contrario di ciò che davvero volevo, quindi la sua era un'obiezione accettabile. riguardo al fatto che invece altre volte volesse riempirmi di baci, sinceramente, non ne avevo mai dubitato. Passando al resto, possibile che davvero credesse che non mi fossi iscritto a quel cazzo di club per lui? Quando mi disse che credeva che volessi dimostrargli qualcosa e che si sentiva un perfetto cretino mi intenerii. Non volevo che si sentisse così, non dopo ciò che era successo prima con Aaron e poi con Elaine nei giardini. Mi dovevo rendere conto che, comportandomi da stronzo peggioravo solo la situazione. Presi un sospiro e « Quei crediti mi servono, ma ci sono più di trenta club nella scuola Donny. C'è un motivo se ho scelto questo, non credi? » cercai di farlo ragionare, lasciando cadere il mio muro di difesa. La verità era che avevo voluto unirmi al gruppo di canto corale per dimostragli che no, magari non ero pronto ad uscire allo scoperto, ma qualche sacrificio per lui ero disposto a farlo, perchè mi interessava davvero. « Ma a quanto pare hai già trovato qualcuno migliore di me, quindi.. non so bene cosa ci faccio qui » conclusi distogliendo lo sguardo dal suo viso per concentrarlo sul pianoforte al mio fianco. Sembrava stesse abbastanza bene con Claire, anche se molto spesso mi ricordavano due sanguisughe, e non sapevo se avrei potuto competere con lei. Certo, avrei potuto superare con facilità qualsiasi ragazzo, ma una ragazza?

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    ◇ DONOVAN EARC DOHERTHY ◇

    La mia mente iniziava già a farsi film su film, insomma ciò che avrei voluto fare in quel momento era semplicemente saltare in dosso a Hunter e baciarlo nuovamente, andando al sodo questa volta. Si, avevo il desiderio - il dfortissimo desiderio - di levargli di dosso tutti quei vestiti per lasciarlo nudo, per restare io stesso nudo e per poter fare l'amore con lui. Oh diamine quando lo desideravo. Non appena capìì che i miei pensieri stavano andando un tantino troppo oltre, scossi la testra tra me e me per cercare di riportarmi alla realtà, mi leccai lentamente le labbtra inferiori mentre fissavo il volto di Hunter « Cosa.. cosa centra il cambio di personalità ora » Solo quando sentii le sue parole capìì che poco prima avevo parlato troppo, scossi immediatamente la testa e non aggiunsi una minima parola sull'argomento per non continuare a parlare di quell'ultima cosa. Non mi andava minimamente di parlare di alcune cose. Infatti,e rano poche le persone a scuola a sapere del mio disturbo, così poche che si potevano contare sulle dita di una sola mano. Il suo modo di fare era un qualcosa che non sopportavo minimamente, non lo capivo davvero. Probabilmente quest'ultima cosa era data anche dal fatto che lui non sapesse come comportarsi, che tendesse a nascondere ciò che era davanti agli altri e che quindi iniziava ad attaccare appena poteva.
    « Quei crediti mi servono, ma ci sono più di trenta club nella scuola Donny. C'è un motivo se ho scelto questo, non credi? » Non appena sentii queste parole fuoriuscire dalle sue labbra, con l'aggiunta del fatto che m'avesse appena chiamato Donny, i miei occhi andarono ad illuminarsi mentre non trattenevo affatto un enorme sorriso. Mi elccai lenttamente la bocca e poi mi avvicinaai nuovamente verso di lui, avvinghiandomi al suo corpo. Si okay era strano il fatto che solo poche parole riuscissero a farmi saltare dalla brace sino alla padella. Approfittai del fatto che mi fossi avvinghiato a lui da dietro per far aderire il mio petto alla sua schiena e poichè ero più basso di lui appoggiai a quest'ultima la mia guancia con un sorrisetto. « Ma a quanto pare hai già trovato qualcuno migliore di me, quindi.. non so bene cosa ci faccio qui » Non appena sentii le sue parole però, mi allontanai di nuovo da lui interrompendo quindi quel contatto che si era andato a creare dopo quelle lunghe settimane passate a non sfiorarci nemmeno. Mi leccai lentamente le labbra e lo guardai corrucciando le labbra « Claire, è... lei è la mia Chelsea. Insomma, vogio dire, ho ventu'anni ed ho alcuni bisogni fisici da soddisfare e poi, lei ci tiene a me anche se ci frequentiamo da un paio di settimane. » Esclamai alzando piano le spalle. ALlungai piano una mano verso il suo viso, dopoe ssere tornato di fronte a lui, e lentamente passai le mie dita lungo la sua guancia accarezzandogli piano e lento quest'ultima. « Ora muovi quelle labbra stupende che hai, e dammi un bacio! »

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    ◇ HUNTER WILLIAM FITZPATRICK ◇

    Diedi un'occhiata a Donovan, che sembrava completamente preso da me. Insomma, non smetteva di fissarmi, come se si fosse incantato. Se anche io quando puntavo il mio sguardo su di lui nei corridoi mi comportavo in quel modo, mi sarei potuto volontariamente sotterrare dalla vergogna, perchè era impossibile che fossi così preso da un ragazzo. Ma si, probabilmente era proprio così. Non gli dissi nulla e aspettai che si concentrasse di nuovo sulla nostra conversazione, ma a quanto pare non ne aveva la minima voglia. Ignorò infatti la mia domanda sui suoi cambiamenti d'umore e la cosa mi scocciò, però pensai di non forzarlo. Da quanto avevo intuito era.. una cosa piuttosto seria e non ero di sicuro la prima persona a cui sarebbe andato a raccontarlo.
    Alzai lievemente un sopracciglio quando vidi un sorriso apparire sulle sue labbra e oh, ecco a cosa si riferiva: era passato dalla delusione alla felicità in un batter d'occhio. In fondo non ero poi così tanto sicuro che quei cambiamenti improvvisi mi dispiacessero. A volte facevo fatica a stargli dietro, ma era parte della sua personalità e beh, lo trovavo interessante. Appena si avvinghiò al mio corpo da dietro strinsi le mie mani sulle sue braccia e mi rilassai completamente sentendo la sua presenza dietro di me. Cazzo, anche il solo toccarlo mi era mancato un sacco. Le mie parole sulla sua ragazza - o quello che era - rovinarono però tutto. « Claire, è... lei è la mia Chelsea. Insomma, voglio dire, ho ventun'anni ed ho alcuni bisogni fisici da soddisfare e poi, lei ci tiene a me anche se ci frequentiamo da un paio di settimane » alzai gli occhi al cielo al solo paragone fra Chelsea e Claire. Non per il fatto che la prima fosse migliore - anche se di fatto lo era, ma ognuno aveva i suoi gusti - ma perchè io stavo insieme a Chelsea da quasi due anni. Due lunghissimi anni, prima che tutto questo potesse anche iniziare. Le volevo davvero bene. Lui invece, da quanto si frequentava con la bionda? Due settimane nemmeno. Immaginavo quanto potesse tenere a lui, certo. L'unica cosa che gli potevo far passare era quella dei bisogni fisici, ma tutto il resto dal mio punto di vista non stava proprio in piedi. « Come vuoi, non sono affari miei » borbottai, sebbene Claire mi stesse davvero antipatica. Non perchè fosse una cattiva persona, manco la conoscevo, ma per il solo fatto che ronzasse attorno a Donovan e lui attorno a lei 24 ore su 24. Quando mi accarezzò il viso presi la sua mano nella mia e la portai alla bocca, dove lasciai un piccolo bacio. « Ora muovi quelle labbra stupende che hai, e dammi un bacio! » quella volta fui io a sorridere come un idiota e oh, gliene avrei potuti dare a milioni di baci. Senza farmelo quindi ripetere due volte mi abbassai verso di lui e lo baciai con una leggera foga, mentre lo spingevo delicatamente con la schiena contro il pianoforte nero.

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    ◇ DONOVAN EARC DOHERTHY ◇

    Hunter era bello, un ragazzo davvero bello e non mi meravigliava minimamente il fatto che mi piacesse, insomma, piaceva al novantanove per cento delle ragazze che popolavano la nostra scuola e non ero poi così sicuro che fossi l'unico ragazzo lla a quale piaceva, insomma... su qualcun'altro ragazzo non avrei messo la mano sul fuoco. Forse avevo esagerato nel apragonare le due bionde, okay leviamo il forse. Avevo decisamente esagerato ma mi dispiaceva dire che stavo con la ragazza solo per il bisogno fisico. Insomma, non era bello dire di stare con una persona solo per il sesso che si fa con quest'ultima. E poi non potevo nemmeno dirgli che stavo cercando di buttarmi a capofitto nella relazione con Claire per non pensare a lui. Insomma, sarebbe stata una cosa estremamente imbarazzante oltre che supe ridicola. Certe volte non sapevo se dirle o meno alcune cose ad Hunter, non volevo che mi prendesse come uno di quei cretini che prendeva sul serio ogni minima cosa, anche un semplice gesto. « Come vuoi, non sono affari miei » Mi lasciai andare dopo queste sue parole, detto sinceramente in quel momento non avevo alcuna voglia di continuare a marcare quel discorso, non me ne poteva fregare di meno di Claire, di Chelsea o di chiunque altro. Ora volevo solamente concentrarmi su di me e Hunter. Su di noi. Mentre la mia mano andava lentamente a muoversi sul suo viso percepìì le sue labbra su quest'ultima e sorrisi immediatamente mentre con lo sguardo mi andavo a perdere - ancora per una millesima volta - a guardare Hunter. Per un'attimo temetti che continuasse a parlare, magari dicendo qualcosa del tipo "baciami tu" o roba simile, e temetti questa cosa perchè non voelvo aspettare un solo attimo in più per baciarlo. Rignraziai tutti i santi in paradiso quando la sua bocca si andò ad appoggiare alla mia ed immediatamente allungai le mie mani sul suo fondoschiena. Probabilmente quella era la prima volta che gli andavo a toccare quella parte del corpo e, oh diamine, non era niente male. Iniziai lentamente a tastargli il sedere e mentre muovevo le labbra contro le sue in maniera estremamente carica di foga, mi tornò in mente l'immagine del suo corpo a cavalcioni sul mio e delle mie mani che tastavano a nudo il suo sedere. Quindi, non era affatto la prima volta, ma poco importava. Mi lasciai avvicinare al pianoforte e portai le mie mani sulla sua schiena accarezzandogli lentamente quest'ultima mentre continuavo a ricambiare quel bacio che era un qualcosa di estremamente bello. Indescrivibile, isnomma. Mi spostai piano dalla sua bocca per poter respirare e con la bocca ancora lucida e rossa sorrisi « Ci sto, ci sto, ci sto e ci sto. Ho bisogno di questa cosa, e non mi importa se dobbiamo nasconderci per fare queste cose, sono pronto a farlo. Ho bisogno di... di questo. » Mugugnai piano mentre me ne restavano ancora appicciato al ragazzo e mentre andavo a far scendere nuovamente le mie mani verso il suo fondoschiena che afferrai con entrambe le mani per stringerlo piano.

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    ◇ HUNTER WILLIAM FITZPATRICK ◇

    Sinceramente tutta quell'idea della relazione fra Donovan e Claire non mi piaceva per nulla e stavo giusto per riportare a galla il discorso, quando mi resi conto che non avevo nessuna argomentazione valida. In fondo non potevo pretendere certo nulla da lui e poi da un lato aveva ragione, come io avevo Chelsea lui aveva Claire, ed era giusto così. Finchè non pensavo alla mani di Donovan sul corpo della ragazza diciamo che era quasi sopportabile, ma non pensarci mi sembrava quasi impossibile. Probabilmente il riccio apprezzò il fatto che decisi di starmene zitto e baciarlo, perchè sentii il suo corpo rilassarsi visibilmente contro al mio. Tutti i nostri altri baci erano stati piuttosto calmi, quasi dolci, ma questo era tutta un'altra cosa. Riuscivo a percepire l'impazienza di Donovan e il suo desiderio nel modo in cui muoveva le sue labbra e la sua lingua contro le mie e non potevo chiedere di meglio. Ancora non ci credevo che lo stavo davvero baciando. Mi concessi di passare le mani sulle sue braccia, arrivando poi fino alle spalle e lasciandole scivolare fino alla sua vita. Dio, aveva un corpo perfetto e solo toccarlo in quel modo mi soddisfava enormemente. Mi staccai da lui appena sentii il suo tocco sul mio sedere e sorrisi maliziosamente. « Perchè ho la sensazione che non riuscirai più a lasciare la tua presa dal mio culo? » scherzai, guardandolo in quei suoi bellissimi occhioni color nocciola, pieni di sfumature più chiare. Erano la parte più espressiva di tutto il suo viso ed ero convinto che fosse in grado di comunicare qualsiasi cosa solo con essi. Per quanto riguardava me invece, almeno per ora, preferivo godermi il piacere derivato dal contatto della parte superiore del suo corpo, a cui mi stavo ancora abituando. Non ero mai stato così vicino af un ragazzo in quel senso ed era ancora tutto piuttosto strano, ma piacevole. « Ci sto, ci sto, ci sto e ci sto. Ho bisogno di questa cosa, e non mi importa se dobbiamo nasconderci per fare queste cose, sono pronto a farlo. Ho bisogno di... di questo » mi bloccai immediatamente, cercando di ricordarmi come respirare. « Vuoi.. vuoi davvero stare con me? » chiesi quasi incredulo, mentre un sorriso si faceva spazio sul mio viso. Sinceramente non era una cosa che mi aspettavo minimamente da lui: non credevo che ecco, potessi piacergli davvero. Sapevo di essere belle, ma ero piuttosto convinto che dal punto di vista caratteriale mi odiasse, ma a quanto pare non era del tutto così.

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    ◇ DONOVAN EARC DOHERTHY ◇

    Fin da bambino avevo sempre avuto una particolare fissazione con i sederi, ricordavo che alle scuole primarie finivo sempre dietro al lavagna - in una sorta di castigo- perchè importunavo i miei compagi e compagna di classe andandogli a palpare il sedere. Diciamo che non era un servizio che adoperavo per tutti quanti, toccavo il culo solo a chi aveva un sedere decente. Ed Hunteer aveva un sedere pazzesco e, oh diamine, me lo stavo immaginando già nudo e no. No no nono dovevo tenere a bada i miei istinti. Non dovevo pensare a certe cose. Non avrebbero giovato per niente al mio corpo che avrebbe potuto reagire d'istinto e non ne sarebbe uscito qualcosa di positivo. « Perchè ho la sensazione che non riuscirai più a lasciare la tua presa dal mio culo? » Questa sua domanda scaturì una risata estremamente pesante e socssi piano la testa avvicinandomi piano alla su abocca per stampargli un leggero bacio sulle labbra - di nuovo - in maniera dolce questa volta. « Perchè il tuo culo è sodo e perchè, perchè beh perchè si ecco, voglio che sia qualcosa di mio, voglio che il tuo corpo sia mio, che tu stesso sia mio. » Esclamai scrollando poi piano le spalle mentre mi andavo lentamente a leccare il labbro inferiore e poi tutto il resto del contorno bocca. Ero deciso e determinato oramai. Voelvo Hunter e non volevo rimpianti, non mi piaceva da matti l'idea di far uhm si una relazione nascosta, ma a quanto pareva era l'unica soluzione per mandare avanti quella cosa e a questo punto l'avrei accettata senza ma e senza però. « Vuoi.. vuoi davvero stare con me? » "Stare con me" il che lasciava intendere che - anche se di nascosto - saremo stati una coppia?! Messa così la cosa diventava estremamente reale e quasi mi spaventava. Infatti per un paio di attimi lo guardai con un espressione che fissava un punto fisso della maglia che portava in dosso ma non appena distolsi lo sguardo da questa annuii prontmente alle parole di Hunter ed allungai le mani - portandole quindi via dal suo fondoschiena - al suo collo per poterlo stringere con il viso verso il mio e poter poi poggiare la mia bocca sulla sua « H, ti avverto adesso e non lo farò più, se solo ti azzardi a chiamarmi di nuovo frocio o anche solo a trattarmi male dinnanzi ai tuoi amici, io ti taglio i genitali. Che sia ben chiaro questo... » Mugugugnai con convinzione sulla sua bocca prima di dischiudere quest'ultima sulla sua per poter chiudere quel minimo di spazio in un bacio carico di passione e di desiderio. Desiderio che proveniva da me, il forte desiderio che iniziavo a provare verso di lui, vero il suo corpo. Tanto che - proprio come era successo qualche settimana prima a lui - il mio corpo prese a reagire a quel contatto preso dalle nostre bocche e soprattuto dalle nostre lingue, tanto che, senza nemmeno accorgermene, mentre il mio bacino si spingeva contro quello di Hunter, nei mie ipantaloni un accenno (appena percettibile) di eccitazione, poteva benissimamente percepirsi.

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    ◇ HUNTER WILLIAM FITZPATRICK ◇

    Erano ormai diversi minuti che non facevo altro che sorridere, e non era una cosa che facevo spesso. Dopo che mi diede un ennesimo, velocissimo bacio a stampo mi leccai le labbra e accarezzai lentamente la guancia di Donovan. Era strano anche solo pensare di toccare un ragazzo in quel modo, figuriamoci farlo. Ero praticamente incantato da lui e avrei voluto rimanere così per sempre. « Perchè il tuo culo è sodo e perchè, perchè beh perchè si ecco, voglio che sia qualcosa di mio, voglio che il tuo corpo sia mio, che tu stesso sia mio » ascoltai le sue parole e mi sentii le gambe diventare come una molle gelatina. Suo. Non sapevo perchè questa cosa mi facesse così tanto effetto, in fondo ero costantemente circondato da persone che mi volevano e della maggior parte non me ne fregava nulla. A volte trovavo addirittura stancante tutta questa attenzione verso di me, l'essere sempre attorniato da qualcuno che voleva parlarti o, ancora peggio, presentarsi nonostante avrei dimenticato il suo nome circa due minuti dopo. L'unica cosa che in quel momento sembrava invece interessarmi, era la sua opinione su di me e non volevo che pensasse che fossi lo stronzo che spesso facevo credere di essere. « Direi che possiamo assolutamente lavorarci su questo » risposi infine, sporgendomi di nuovo verso il basso per dare un piccolo bacio sulla sua bocca e continuare, seguendo la linea della sua mascella. Scesi di poco, iniziando ad inumidire con i miei baci anche il suo collo, ma mi fermai appena mi resi conto di ciò che stavo facendo. Ancora non ero convinto che tutto quel contatto fisico fosse una buona idea, mi ci dovevo abituare. Lo guardai quando annuì, confermandomi che si, voleva davvero stare con me. Per un attimo pensai al guaio in cui mi ero cacciato, ma desideravo ciò da troppo tempo. Ero solo curioso di scoprire come questa storia sarebbe andata avanti e anche un po' spaventato. In quel momento desideravo passare più tempo possibile con lui, anche a costo di sembrare una persona così romantica da far venire il diabete. In realtà non lo ero proprio, ma quei due occhioni color miele muovevano sul serio qualcosa in me. « H, ti avverto adesso e non lo farò più, se solo ti azzardi a chiamarmi di nuovo frocio o anche solo a trattarmi male dinnanzi ai tuoi amici, io ti taglio i genitali. Che sia ben chiaro questo... » sospirai, ricordando il modo in cui lo avevo trattato settimane prima. Diciamo solo che aveva usato il tipo di minaccia giusto, perchè solo l'idea mi faceva venire i brividi. « Non lo farò, okay? E non lo faranno nemmeno loro, te lo prometto. Fidati di me » lo rassicurai, tremendamente sincero. Gli avrei parlato e avrei messo le cose in chiaro, dicendo che Donovan era un mio amico. Non mi importava se mi avrebbero preso per il culo e avevo intenzione di passare un po' meno tempo con loro e un po' di più con Donovan. Se.. beh, se lui avesse voluto entrare nel nostro gruppo non ci sarebbero stati problemi, ma non credevo fosse una buona idea. Donovan era completamente diverso da me e da loro, non si sarebbe trovato bene, e poi Chelsea mi stava sempre appiccicata e non pensavo che ne sarebbe stato felice. Preferivo mantenere le due cose divise. Portai infine una mano dietro la sua nuca e lo sospinsi di nuovo verso di me, per continuare a baciarlo. Poco dopo fui quasi certo di sentire qualcosa nei pantaloni del riccio e dio santo, non andava bene. Cioè, andava più che bene, ma no. Insomma, non sapevo nemmeno io cosa volessi. Prima di iniziare ad andare nel panico decisi di accertarmene e spinsi il mio bacino contro il suo, bloccato tra me e il pianoforte a cui era ancora appoggiato. Sentii chiaramente una certa presenza premere contro la mia coscia e ci sfregai contro, quasi incoscientemente. Successivamente mi fermai e lo guardai negli occhi, non sapendo se fare finta di nulla o meno.

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    ◇ DONOVAN EARC DOHERTHY ◇

    Percepivo i suoi sorrisi sulla mia bocca e molto probabilmente anche lui aveva sentito le mie labbra incurvarsi più volte in un sorriso. Sembrava tutto così bello e sbagliato allo stesso tempo. Eravamo due ragazzi e - detto sinceramente - non ero ancora molto sicuro che tutto ciò fosse Normale e quindi cervavo di no focalizzarmi molto su quella cosa dato che - per una volta - volevo fare ciò che volevo realmente e non ciò che mi imponevo di fare. Non so se le mie parole rendevano il concetto. Ci dovetti mettere abbastanza forza per poter levare le mani dal suo fondoschiena, il suo sodo e compatto fondoschiena sul quale stavo maciullando da una buona manciata di minuti le mie mani sopra - manco stessi impastando il pane o roba simile . Avevo provato un leggero imbarazzo nel pronunciare quelle parole, quelle parole con il quale gli avevo detto che volevo che lui diventasse mio. Mio. Era così strano a pensarci, avevo detto quelle parole senza nemmeno focalizzarle per bene nella mia testa, avevo semplicemente dato aria alla bocca e le avevo dette. « Direi che possiamo assolutamente lavorarci su questo » Ma comunque le sue parole mi accenutarono il sorriso. Ci avremo lavorato su quella cosa, diamine santo se l'avremmo fatto. Anche se avevo accettato di iniziare quella cosa, in maniera furtiva e nascosta da tutti, voleovo comunque cercare in tutti i modi di far nascere qualcosa di solido. Probabilmente, pensandoci, per mio padre sarebbe stato un colpo estremamente basso venire a sapere una cosa del genere. In famiglia ero l'unico figlio maschio, dato che oltre a me c'era mia sorella di un paio d'anni più piccola, e a pensarci beh per lui non sarebbe staa affatto una cosa facile da buttare giù se mai la cosa fosse diventata più seria e se mai fosse uscita allo scoperto. Ma comunque forse era meglio non pensare già in grande, ma il meglio sarebbe stato concentrarmi su ciò che adesso stava accadendo, su di Hunter e su di Me. Ninet'altro. Avevo senito le sue labbra scendere sul mio collo dopo quelle parole appena pronunciate e non nego che in quel momento un lungo brivido mi percosse la schiena. « Non lo farò, okay? E non lo faranno nemmeno loro, te lo prometto. Fidati di me » l Non persi tempo ad annuire alle sue parole e allungando nuovamente la mano sul suo viso gli diedi lentamente una piccola carezza sulla guancia destra. Ero cosciente che da quel momento in poi per me sarebbe stata una fortissima batosta vederlo appiccicato a Chelsea per i corridoi o per qualsiasi altra parte della scuola, ma avevo accettato di fare quella cosa e avrei sopportato anche la sua relazione con la bionda. Infondo anche lui avrebbe dovuto fare lo stesso, insomma c'era comunque da ricordare che io avevo intrapreso una relazione con Claire.
    Non appena Hunter mi spiaccicò più forte al pianoforte, deglutii in maniera rumorosa dato che per me fu inevitabile unos trusicarmi contro di lui e martire del mio bacino fu la sua coscia. In effetti quello a muoversi fu lui: mosse la sua gamba contro le mie partri basse che non aspettarono nemmeno un'attimo a reagire allo stimolo. Ma non appena Hunter si fermò per guardarmi negli occhi, mi si formarono due chiazze rosse alle guance segno che mi sentivo quasi in imbarazzo e poi alzai il mio viso verso il suo « La, la carne è carne! » Mi venne subito da dire come per trovare una scusa a quella reazione che stava avvenendo nei miei pantaloni. C'era comuqneu da precisare che quel bacio non era di certo un bacio piuttosto casto e che poi il suo corpo era troppo, troppo, vicino al mio.

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    ◇ HUNTER WILLIAM FITZPATRICK ◇

    Quindi, a quanto pare, eravamo d'accordo: avremo portato avanti quella cosa in segreto, cercando di essere più discreti possibili. Sapevo che non sarebbe stato facile perchè beh, averlo attorno a me un sacco di ore al giorno e non poterlo baciare sarebbe stato un inferno. Iniziavo a pensare che le sue labbra avessero davvero qualcosa che riusciva a farmi diventare indipendente da esse. Il solo guardarlo, in quell'istante, con gli occhi incatenati nei miei e le labbra umide, rosse e leggermente gonfie per i baci che ci eravamo scambiati mi faceva venire i brividi. Almeno, pensai, non avrei dovuto attraversare tutto l'edificio per arrivare nella sua camera, la sera, ma solo scendere un paio di scale. Rimaneva sempre il problema di come spiegare tutto e Chelsea, perchè sapevo che avrebbe notato la mia assenza. Probabilmente, la soluzione stava nel far fruttare al massimo il tempo che passavo con lei, così non avrebbe potuto lamentarsi e io sarei potuto stare con Donovan. Non avevo ancora completamente realizzato che tutto ciò significava, in effetti, tradirla. Okay, lo avevo fatto altre volte, ma erano solo state occasioni di una botta e via. Questa era qualcosa di più.. serio.
    Potevo anche non essere mai stato con un ragazzo, ma riconoscevo perfettamente la forma di una parziale erezione che strusciava contro la mia coscia. Oh si. Se quella situazione era leggermente imbarazzante per me, perchè non sapevo assolutamente come reagire, immaginavo quanto lo fosse per lui. Mi era capitato ormai milioni di volte di eccitarmi quando ero con Chelsea e magari non stavamo nemmeno facendo nulla di particolare ma la mia mente continuava a visualizzare immagini di lei in situazioni piuttosto sexy. A volte, era frustrante. « La, la carne è carne! » risi appena per le sue parole e soprattutto per l'adorabile colore che avevano preso le sue guance. Amavo stuzzicare le persone, quindi non era imprevedibile il fatto che continui a muovere la mia coscia contro il suo bacino, con la perfetta pressione, senza quasi rendermi conto di ciò che stavo facendo. « Mhh, capisco che avere a che fare con un ragazzo sexy come me non sia una cosa facile » risposi infine, sorridendo maliziosamente. Insomma, non riuscivo a non cogliere un'occasione come quella per vantarmi almeno un pochino. Comunque, se prima era solo una parziale erezione, mi ero reso conto che ora stava diventando qualcosa di decisamente più consistente. Mi allontanai un poco da lui, quanto bastava per afferrargli fermamente i fianchi con la mano e sollevarlo, fino a farlo sedere sul pianoforte. Era piuttosto diverso dal farlo con una ragazza, ma non ebbi problemi: ero abbastanza forte per reggerlo. In quella posizione era ovviamente più alto di me, ed ero io a dovermi sporgere per poterlo baciare. Questo fu ciò che feci, mentre presi ad accarezzare le sue cosce, portandomi pericolosamente vicino alla sua ehm, zona x. « Non credi che, uhm, tutto questo sia sbagliato? » ebbi infine il coraggio di domandare, guardandolo in modo insicuro.

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    ◇ DONOVAN EARC DOHERTHY ◇

    Ci misi ancora un paio di minuti prima di riuscire a capire davvero ciò che ci eravamo addentrati a fare, adesso la cosa non era più un gioco, iniziava a diventare decisamente molto più reale e a questa cosa stentevo ancora a crederci. lentamente mi passai la lingua lungo l'intero contorno delle labbra e per qualche attimo guardai unicamente gli occhi di Hunter, fissando le sue pupille verdi chiare mentre piano con la mano andavo ad avvicinare un dito sulla sua bocca ancora leggermente umida che lentamente accarezzai con il pollice. Lui aveva una ragazza, come lo stesso io. E non nascondo che in quel momento non facevo altro che pensare al fatto che avessi dovuto condividerlo con un'altra persona. La cosa non mi allettava, non mi allettava per niente, ma era l'unico modo per averlo. Mi sarei morso la lingu apiù e più volte e mi sarei accontentato, l'importante per me era sapere che anche una minima parte di Hunter presto sarebbe stata mia. Da come avevo capito - proprio come me - nemmeno Hunter era stato mai con un ragazzo e a pensarci, quando poi in effetti ci saremo ritrovati sul punto di dover fare qualcosa di concreto, non osavo immaginare come saremo andati a finire. Si era vero che entrambi avevamoa vuto le nostre esprerienza con delle donne, ma il corpo femminile era completamente diverso da quello maschile. « Mhh, capisco che avere a che fare con un ragazzo sexy come me non sia una cosa facile » Annuii prontamente alle sue parole con un leggero sorrisetto stampato in volto e dopo aver agganciato le mie braccia al suo collo mi sporsi sulla sua bocca sulla quale mugugnai « Non lo è per niente... mmh! » prima di dargli ancora un ennesimo bacio sulla bocca. Non appena Hunter continuò a muovere la sua gamba contro la mia erezione che andava ad accrescere, cercai - invano - di trattenere un gemito che uscii dalla mia bocca facendomi arrossare ancor di più. Mi lasciai aiutare dal ragazzo nel salire sul pioanoforte e mi misi seduto su quest'ultimo mentre fissavo Hunter. Dovevo dire che quelal prospettiva era piuttosto divertente mi sentivo alto adesso. Non appena le sue mani iniziarono a passare sulle mie cosce coperte del pantalone beige che portavo con un risvolto alle caviglie, deglutii immediatamente soprattuto quando sentii le sue mani andare a parare quasi nelle mie parti basse. « Non credi che, uhm, tutto questo sia sbagliato? » Le sue parole mi alsciarono spiazzato, lo guardai con un espressione -dapprima confusa e poi - incuriostia. Scossi subito la testa sicuro di ciò che stavo per andare ad affermare « Se io lo voglio, e tu lo vuoi... uhm penso che non sia poi così tanto sbagliato. » Esclamai con un accenno di sorriso sulle labbra prima di far si che il mio piede andasse a scivolare - mentre cigolava dal pianoforte - contro il cavallo dei suoi pantaloni premendo piano contro di esso la punta della mia scarpa.

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