cherry lips and heartbreaking words

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    ◇ HUNTER WILLIAM FITZPATRICK ◇

    Quella mattina avevo potuto godere - letteralmente - del miglior risveglio di sempre e si, speravo che ce ne sarebbero stati molti altri come quello. Insomma, una giornata iniziata con un fantastico orgasmo non poteva che continuare bene, no? "Il buongiorno si vede dal mattino" dicevano. Prima si andare a lezione ero anche riuscito a passare in camera mia: l'idea era solo quella di prendere lo zaino con le mie cose, ma alla fine finii per farmi anche una doccia veloce prima di uscire. Mi dispiaceva mandare via l'odore di Donovan dalla mia pelle, ma tra quello che avevamo fatto la sera prima e quella mattina stessa, una doccia era davvero il minimo. Ance lui, dopotutto se la era fatta e io ero uscito proprio quando era sotto il getto dell'acqua calda e gli avevo lasciato un semplice bigliettino con scritto "ci vediamo dopo, H" sui vestiti che aveva preparato. In ogni caso, dopo essermi asciugato e sistemato i capelli mi infilai un paio di jeans puliti e la maglietta che avevo fregato poco prima dall'armadio di Donny. Sebbene lui avesse commentato il mio gesto con un « Oh ma fa pure, prego » a cui avevo risposto roteando gli occhi, sapevo perfettamente che non gli dava fastidio il fatto che avessi rubato una sua maglietta. Sicuramente il suo cervello l'aveva categorizzata come una cosa tenere, sebbene per me quel gesto era stato in parte dettato dalla necessità di avere dei vestiti puliti a portata di mano.
    Quando arrivai in classe ero in ritardo di soli sette minuti - un record personale, visto che a volte entravo addirittura quindici minuti dopo il suono della campanella - e la prof rimase così stupita che fece finta di non notarmi, evitandomi quindi il solito cazziatone che non avevo proprio voglia di sentire. Ancora non si era resa conto che le sue parole non avevano nessun effetto su di me e sulle mie abitudini. In ogni caso, le ore mattutine passarono con incredibile lentezza, ma almeno avevo qualcosa a cui pensare: le uniche immagini che si formavano nella mia mente infatti erano quelle del corpo di Donovan nudo, e il leggero fastidio che provavo nello stare seduto composto su una qualunque sedia mi ricordava del rapporto che avevamo avuto la sera prima. La conseguenza di tutto ciò fu che passai metà delle mie ore di lezione con una mezza erezione fra le gambe che mi sembrava praticamente impossibile da calmare. Fu proprio per questo che appena scorsi la mia ragazza al suo armadietto, durante la pausa pranzo, non ci pensai due volte ad avvicinarmi a lei e ad imprigionarla tra il mio corpo e la fila di armadietti di metallo dietro la sua schiena. Senza una parola, presi a baciarle le labbra che trovai estremamente morbide, carnose e con quel retrogusto alla ciliegia che tanto adoravo. « Mi erano mancate le tue labbra, baby » sussurrai, per poi stringere entrambe le sue natiche fra le mie dita e appoggiarmi con il mio corpo al suo. « Mmh, sicuro che non ti era mancato anche qualcos'altro? » mi provocò lei, sfregando palesemente di proposito la sua coscia contro le mie parti basse.

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    ◇ DONOVAN EARC DOHERTHY ◇

    La doccia che avevo fatto era stata una delle più veloci di tutta la mia vita, parte di questa velocità era dettata dal fatto che non vedessi l'ora di uscire e di strapazzare di nuovo di baci in ogni dove Hunter, mentre l'altra parte era tutta devota al fatto che se mi fossi dilungato di più avrei solamente fatto tardi. Nel tornare in camera, mi guardai immediatamente attorno con le sopraccglia aggrottate notando che Hunter non c'era. Sui miei vestiti piegati ai piedi del letto trovai un suo bigliettino e lo lessi sbuffando, lo accartocciai in una mano e lo lanciai poi nel cestino che stava all'angolo della camera "ci vediamo dopo, H" Non mi andava bene, si sarebbe potuto scomodare a venire in bagno a dirmelo e non a scrivere un patetico bigliettino. Quella cosa mi faceva sentire un perfetto cretino, cazzo. Mi lecai di dosso l'accappatoio che mi ero appoggiato sul corpo dopo essere uscito dalla doccia e poi mi infilai i boxer seguiti dal pantalon rosso che arrotolai alle caviglie e alla polo bianca e nera. Andai al bagno e fissandomi allo specchio presi un leggero sospiro. Mi lavai prima i denti e poi passai a sistemarmi i capelli con i miei soliti quintali di gel. Una volta finito, lasciai così in disordine al mia camera ed uscii da questa chiudendomi la porta alle spalle. Nlell'uscire dai dormitori maschili e addentrarmi verso i corridoi della scuola, mi sentii tirare immediatamente pe ri fianchi e per qualche attimo pensai fosse Hunter. Che idea sciocca e stupida. « Donovan, cazzo ieri sei sparito. Non mi sembra per nulla una cosa carina non cagarmi minimamente, lo sai?! » fui accolto dal cazziatone di Claire mentre la campanella suonava indicando l'inizio delle lezioni. Con uno sbuffo guardai la ragazza, poi lentamente le passai una mano sul volto, accarezzandole piano la guancia e mi sporis poi verso il suo viso per potergli dare lentamente un dolce bacio sulle labbra colme di rossetto rosso che andarono a sporcare anche la mia bocca. « Claire... ho, io ho bisogno di parlarti » Esclamai mordendomi le labbra e guardando la ragazza. Cercai di assumere un'espressione non troppo dura anche perchè volevo sembrare dolc ee non stronzo. La ragazza, dopoa ver sospirato annuii e mi afferrò la mano trascinandomi con se verso i gradini delle scale della scuola, dove ci mettemmo seduti entrambi « Hai un'altra vero? » Mi chiese immediatamente allungando una mano sul mio ginocchio,. Per un'attimo fissai il suo viso ed allungai poi una mano sulla sua stringendo immediatamente le sue dita « Un'altra persona... si... » ci tenni aprecisare con "un'altra persona" e non con "un'altra " dato che l'ultima lasciava intendere che fosse una lei mentre la prima affermazione poteva essere intesa in vario modo. Contionuai a parlare con la ragazza er tra le varie chiacchiere nemmeno mi accorsi che, per lasciarla, avevo perso quasi tutte le mie lezioni che erano poi state segnate dalla campanella che segnò la pausa. Fui tentato di andare a cercare Hunter e così feci, lasciai Claire sedut suglis calini e mi precipitai a correre nella zona in cui sapevo ci fosse l'armadietto di Hunter, notai la schiena del ragazzo e non ci pensai due volte a correre verso di lui e con un tono di voce che spirzzava un pò troppo di entusiasmo « Piccolo piccolo, piccolo mio... ho lasci.... Merda. Ehm non volevo interrompervi... mmh scusate. » esclamai quasi senza accordermi di avergli affibbiato più di una volta l'appellativo "piccolo" aggiungendoci persino il "mio" l'ultima volta. Ma comunque la scena che mi si presentò poi dinnanzi agli occhi fu un vero e proprio pugno allo stomaco, Hunter era tutto avvinghiato alla sua ragazza e i due si stavano baciando e strusciando e no, la scena non mi piaceva per niente. Fu proprio per questo che senza pensarci nemmeno una volta, dopo aver espresso quelle parole, mi allontanai dai due con il capo calato verso il basso raggiungendo in fretta e furia la mia camera, correndo verso i dormitori.

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    ◇ HUNTER WILLIAM FITZPATRICK ◇

    Okay, forse ero stato un po' troppo stronzo a lasciare un misero bigliettino sui vestiti di Donny prima di uscire, al posto di entrare in bagno a salutarlo. Decisamente stronzo, ma non lo avevo fato con cattiveria. Avevo solo pensato che se sarei entrato nel bagno e me lo sarei trovato davanti nuovamente nudo, non ne sarei uscito più. Insomma, non resistevo proprio alla tentazione di sbaciucchiarmelo per minuti e minuti e no, vederlo magari tutto bagnato sotto la doccia non avrebbe fatto bene ai miei ormoni. Alla mia immaginazione, ripensandoci, avrebbe però fatto più che bene. In ogni caso, ormai me ne ero scappato via e certamente non me ne pentivo. Okay, okay, solo in piccola parte. Dopotutto avevo sprecato una perfetta occasione per poter ammirare Donovan nudo sotto la doccia, ma speravo che ce ne sarebbero state altre.
    Come già detto, dopo le ore di lezione mattutine, mi diressi all'armadietto di Chelsea e in un modo o nell'altro iniziammo a limonare praticamente davanti a tutti, sebbene la scuola non approvasse completamente questo genere di "manifestazioni d'affetto" - come erano solite chiamarla. Sinceramente, non vedevo davvero quale fosse il problema nel baciarsi e nello strusciarsi giusto un po' in pubblico, quindi sia io che Chelsea ce ne fregavamo altamente. Inoltre, avevamo una reputazione da mantenere e si, farci vedere in giro insieme per la scuola era il minimo che dovevamo fare se volevamo essere considerati la coppia più popolare di tutto il college. E poi, mi era sempre piaciuto dare spettacolo. In ogni caso, eravamo appena arrivati al punto interessante - ovvero quando la mia ragazza stava sfregando la sua coscia contro il cavallo dei miei pantaloni e io le stavo mordendo il labbro - quando una voce a me particolarmente familiare ci interruppe. « Piccolo piccolo, piccolo mio... ho lasci.... Merda. Ehm non volevo interrompervi... mmh scusate » dire che raggelai appena uddi quel "piccolo mio" era davvero poco. Non mi voltai, riconoscendo comunque Donny e chiusi per qualche secondo gli occhi, sperando che fosse solo un brutto sogno o che avessi sentito male. Chelsea si staccò immediatamente dalle mie labbra e « E lui chi cazzo sarebbe? » chiese con una smorfia schifata sul viso. Io ero in completo panico, perchè non sapevo davvero come gestire una situazione del genere e quando mi voltai potei solo vedere Donny che si allontanava da noi correndo, in direzione dei dormitori. « Non è nessuno, Chelsea. Devo.. devo solo risolvere questa faccenda. Passo da te stasera, okay? » chiesi speranzoso spostandole una ciocca di capelli dal viso e quando lei mi fece un cenno con la testa la ringraziai. Le lasciai un veloce bacio sulle labbra carnose e scappai via, nella stessa direzione in cui si era mosso Donovan. Non ero sicuro che se la fosse bevuta, ma per quella sera avrei trovato qualcosa di credibile da raccontarle e poi me la sarei scopata, così che ci saremmo entrambi dimenticati di tutto. Piuttosto ora, quello che mi preoccupava davvero era Donny. E si, ero furioso con lui. Come cazzo si era fatto venire in mente di chiamarmi "piccolo mio" davanti a tutti? Lo sapeva come stavano le cose e che c'erano certi limiti che non doveva nemmeno provare a superare, cazzo. Una volta che arrivai davanti alla porta della sua camera non aspettai nemmeno un secondo ad aprirla ed entrare. « Porca puttana Donovan, ti sei fottuto il cervello? Ti rendi conto di ciò che hai appena detto?! Vaffanculo » gli urlai praticamente contro, senza controllo

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    Edited by minty¸ - 13/6/2013, 01:45
     
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    ◇ DONOVAN EARC DOHERTHY ◇

    Forse me l'ero presa un pò tanto per quel bigliettino, infondo ero stato io a mettere fretta a me e lui per non rischiare di far tardi, in fondo lui non aveva fatto altro che prendere i suoi vestiti - ed una mia maglietta che si, ero sicuro non avrei rivisto più - ed andarsene, probabilmente, in camera sua per potersi lavare e finire di preparare. Il punto era che con quel gesto, nonostante sul sul suo bigliettino ci fosse stato scritto un "ci vediamo dopo"; mi ero sentito un suo giocattolo, mi ero sentito come una di quelle troiette che scopa con qualcuno e poi dopo viene lasciata sola. Okay probabilmente me la stavo prendendo un pò troppo. Non dovevo pensarci. Nel parlare con Clarie, non avevo nemmeno fatto caso a come il tempo fosse letteralmente voltato: io e la ragazza avevamo aprlato di un paio di cose tra cui il fatto che il giorno seguente, dopo le lezioni, ci sarebbero state le prove del glee club alla quale - detto sinceramente - non morivo di gioia a partecipare. Negli ultimi periodi infatti avevo saltato abbastanza lezioni al club, tempo che però poi avevo impiegato per portarmi avanti con i programmi scolastici e per eccellere nuovamente nei voti. Ma ocmunque, tornando al discorso, il nervoso che quella mattina mi aveva assalito era poi scomparso per lasciar poi spazio all'euforia che mi aveva messo dentro il fatto che avrei dovuto portare a Hunter la notizia che avevo lasciato Claire e che si, l'avevo lasciata perchè i miei interessi si concentravano unicamente a lui. Non ci feci nemmeno caso al fatto che lo avessi chiamato piccolo e ci avevo poi aggiunto "Mio" mentre lo chiamavo nei corridoi, provocando così lo sguardo di tutte le persone che c'erano nei corridoi, compreso quello della sua sexy ragazza, su di me. Mi mrosi il labbro immediatamente per la scena che mi si presentò davanti e mi precipitai ad andarmene dopo aver espresso le mie p'arole. Mi passai le mani sul viso una volta entrato nella mia camera e presi subito un profondissimo e rumorosissimo sospiro che si trasformò poi in uno sbuffo. Mi sentivo un perfetto imbecille, cosa diamine mi era passato per la testa?! Lui era Hunter Fitzpatrick, uno degli stronzi più cronici sulla faccia della terra, non avrei mai dovuto pensare che forse quell'affetto che iniziavo a manifestare verso di lui, era ricambiato. Non era così e non avrei dovuto pensarci. Non appena la porta di camera mia si aprii e scrutai la figura di Hunter alzai immediatamente un sopracciglio e « Porca puttana Donovan, ti sei fottuto il cervello? Ti rendi conto di ciò che hai appena detto?! Vaffanculo » Alle parole del ragazzo non ci pensai doppiamente ad avvicinarmi a lui e sbattere la porta dietro alel sue spalle « Io mi sono fottuto il cervello?! Io? Hunter qui ci sono un paio di cose da mettere in chiaro: Io non sono una delle puttane che ti scopi. Se fai sesso con me, dopo che per inciso hai passato la notte nel mio letto, devi prenderti il disturbo di dirmi che te ne vai e non lasciarmi un fottutissimo bigliettino! Cazzo. E poi che cazzo, tu e la tua ragazza certe cose potete farle in camera sua o in camera tua, non nei corridoi! Cristo santo! » Esclamai con un tono di voce un pò troppo alto, si odecisamente alto che lasciava anche intendere quanta gelocia ci fosse nelle mie parole. Ma ero giustificato, uno perchè le sue parole e la scena appena presentata dinnanzi - quando ero ancora nei corridoio - avevno dato una spitna al donny nervoso e due perchè si, lui stava limonando con la sua ragazza che gli stava strusciando una coscia tra le gambe e a me la cosa non andava per niente a genio ed il perchè non era difficile da intuire.

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    ◇ HUNTER WILLIAM FITZPATRICK ◇

    Lo avevo saputo fin dal principio che iniziare questa ridicola cosa tra me e Donovan avrebbe solo portato complicazioni, e quello era il risultato. Non ero nemmeno riuscito a decifrare lo sguardo di Chelsea dopo che lei ebbe sentito il "piccolo mio" del riccio, da quanto ero preoccupato. Cazzo, i patti erano che nessun avrebbe dovuto saperlo e ci eravamo già fatti beccare da Elaine quasi due volte, ed ora quello. Non potevo credere che Donovan fosse stato davvero così stupido. Cosa c'era da capire del fatto che doveva semplicemente starmi lontano quando c'era Chelsea nei paraggi e che, se eravamo solo noi due in pubblico, ci saremmo dovuti comportare solo da amici - cosa che si, era già abbastanza strana e avevo fatto fatica ad accettare.
    La rabbia che si era improvvisamente formata in me mi portò all'urlare contro al ragazzo una volta entrato nella sua stanza e subito dopo, lui chiuse la porta dietro di me. In effetti, tutti mi avevano sempre detto che il mio autocontrollo era praticamente inesistente: riuscivo perfettamente a mantenere una faccia impassibile con un sorrisetto beffardo stampato su di essa quando volevo, ma a volte scoppiavo letteralmente e mi incazzavo in modo forse un po' troppo violento. Il problema era che non me ne rendevo proprio conto e me le prendevo con chiunque, anche per la più piccola cazzata. « Io mi sono fottuto il cervello?! Io? Hunter qui ci sono un paio di cose da mettere in chiaro: Io non sono una delle puttane che ti scopi. Se fai sesso con me, dopo che per inciso hai passato la notte nel mio letto, devi prenderti il disturbo di dirmi che te ne vai e non lasciarmi un fottutissimo bigliettino! Cazzo. E poi che cazzo, tu e la tua ragazza certe cose potete farle in camera sua o in camera tua, non nei corridoi! Cristo santo! » risi quasi di gusto sentendo le sue parole e scossi lentamente la testa. Si, stavo iniziando di nuovo a comportarmi da stronzo, ma quello che mi aveva appena detto era assurdo. « Doherty, non sviare il discorso. Stiamo parlando di quel cazzo di "piccolo mio", non di uno stupido bigliettino. Cosa volevi che facessi, che entrassi in bagno e che ci scambiassimo altri mille baci prima di andare?! Smettila di fare la vittima, cazzo! Come se tu non stessi trattando me da puttana. Lo sappiamo benissimo entrambi come stanno le cose, quindi apri gli occhi. Non sono il tuo fottuto fidanzato e mai lo sarò! » urlai di nuovo, avvicinandomi di più a lui e no, tutte queste cose che avevo detto non le pensavo davvero. Era solo che, l'unico modo per difendermi che conoscevo era attaccare e - per quel poco che ero riuscito a cogliere di Donovan - sapevo più o meno che punti toccare per ferirlo. Non ero cattivo stavo solo.. cercando di tutelarmi, ecco. « E se ti interessa, io e la mia ragazza abbiamo sempre limonato nei corridoi, il che significa che non ho la minima intenzione di smettere ora » aggiunsi, serrando poi le labbra per il nervoso.

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    ◇ DONOVAN EARC DOHERTHY ◇

    Per quanto poteva divertirmi il punzecchiamento con Hunter quando entrambi sapevamo di prenderci per culo a vicenda, non lo sopportavo minimamente quando poi però faceva lo stronzo. Lo stato caratteriale del ragazzo era molto più complicato del mio - e per inciso ero io quello a soffrire di un disturbo bipolare - non lui. Mi stava infatti rulando conmtro e per quanta ragione avesse, stava usando un tono un pò troppo brusco, tonop che non mi piaceva affatto. Mi allontanai di un paio di passi da lui quando si avvicinò verso di me dopo aver espresso « Doherty, non sviare il discorso. Stiamo parlando di quel cazzo di "piccolo mio", non di uno stupido bigliettino. Cosa volevi che facessi, che entrassi in bagno e che ci scambiassimo altri mille baci prima di andare?! Smettila di fare la vittima, cazzo! Come se tu non stessi trattando me da puttana. Lo sappiamo benissimo entrambi come stanno le cose, quindi apri gli occhi. Non sono il tuo fottuto fidanzato e mai lo sarò! » Ed immediatamente abbassai lo sguardo, fissandomi le scarpe. Era riuscito a buttarmi nella merda con un paio di parole ed adesso mi sentivo acor più un cretino di quanto non mi fossi già sentito fino a cinque minuti prima. Mi apssai una mano dietro la nuca e mi grattai piano li con le dita. Diciamo che la parte che più mi colpi - metaforicamente - alla pancia era stata il "non sono il tuo fottuto fidanzato e mai lo sarò". Si faceva male, davvero male e forse perchè io avevo iniziato a farmi già mille e mille castelli in aria mentre a quanto pare a lui servivo davvero solo ed unicamente per il sesso con un uomo. Infondo di me si poteva fidare, sapeva che non avrei detto nulla a nessuno e merda, era un perfetto idiota. Mi leccai piano le labbra mentre prendevo un profondo e rumoroso sospiro. « E se ti interessa, io e la mia ragazza abbiamo sempre limonato nei corridoi, il che significa che non ho la minima intenzione di smettere ora » Non alzai nemmeno lo sguardo verso di lui quando esclamò queste parole, non volevo vederlo anche perchè se mai avessi alzato il viso, ciò che avrei lasciato vedere al ragazzo sarebbero stati i miei occhioni lucidi. Odiavo profondamente il mio disturbo perchè era a causa di questo che anche una sola stupidissima cosa mi portava ad avere enorme sbalzi d'umore. Proprio come in quel momento: mi stavo mordendo il labbro inferiore cercando di trattenere le lacrime - giusto per nons embrare ancor più un cretino di quanto già non fossi . Non dovevo reagire cos'. infondo i patti erano chiari: nessun'altra relazione al di fuori di quella che avevamo nelle intimità, ed io me ne ero uscito con un nomignolo mentre lui era con la sua fottutissima ragazza. Presi un leggero sospiro mentre , dopo essermi passata una mano sul viso, alzai il mio sguardo verso di lui continuando a mordermi il labbro inferiore. Indietreggiai di uno o due passi da lui, così da potergli stare ancor più lontano « Va fuori di quei Hunter. Vattene »

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    ◇ HUNTER WILLIAM FITZPATRICK ◇

    Mi stavo arrabbiando forse più del necessario, ma mi capitava sempre quando mi trovavo di fronte ad una situazione che non riuscivo a gestire: andavo in completo panico e me la prendevo con chiunque. In questa occasione, la vittima era Donovan e, sebbene avesse anche lui le sue colpe, non mi soffermai nemmeno un secondo a pensare che non lo avesse fatto apposta, che quel "piccolo mio" era stato solo uno sbaglio dettato dall'abitudine. Mi ero poi lasciato prendere dalla rabbia e gli avevo urlato in faccia le peggio cose, senza preoccuparmi del fatto che avrei potuto ferirlo. Ero così abituato a giocare e giostrare le persone con le parole che spesso superavo la sottile linea che c'era fra uno scherzo leggermente troppo acido al pronunciare delle parole decisamente più pesanti, che avrebbero avuto un impatto sull'altra persona. Inoltre mi scordavo spesso che non tutti erano come me, che avevo la capacità di fregarmene degli altri e mi lasciavo scivolare addosso ogni commento come se nulla fosse. C'erano persone più sensibili, che soffrivano per queste cose. Generalmente, non mi importava della maggior parte delle persone riguardo alle quali facevo commenti orribili o battutine stronze.. ma di Donny mi importava. Sebbene non lo facessi vedere, avevo preso a cuore il ragazzo. In realtà non avevo nemmeno propriamente ragionato sul nostro rapporto, sul fatto che per ora stessimo insieme solo per fare sesso. Non sapevo se era perchè Donovan era stato il mio primo ragazzo che mi ero portato a letto, o se mi sentivo davvero legato a lui, ma non era vero che pensavo a lui solo come una puttana. Glielo avevo detto, mi piaceva. Non sapevo esattamente cosa sarebbe potuto nascere tra di noi, avevo solo bisogno di un po' di tempo per analizzare i miei sentimenti - perché si, credeteci o no, anche il mio cuore riusciva a provarli. In ogni caso, dopo aver sentito le mie parole Donovan si allontanò ancora maggiormente da me e prese a guardare in basso, fissando le sue scarpe. In quel momento non capii assolutamente cosa stesse passando nella testa del ragazzo e aggrottai la fronte, insicuro su cosa fare. Come minimo mi aspettavo da lui che mi urlasse a sua volta contro o che mi rinfacciasse qualcosa - visto che fino a quel momento non si era mai trattenuto dal farlo - ma invece sembrava non averne proprio l'intenzione. Mi morsi il labbro, non sapendo come comportarmi e quando infine, dopo una manciata di secondi che mi sembrarono non passare più, alzò il capo mi sentii un nodo assurdo prendermi la gola. Proprio come me si stava mordendo il labbro, ma per un motivo completamente diverso: i suoi occhi infatti erano lucidissimi e si, era praticamente sull'orlo del pianto. In quel momento mi sentii un emerito cretino perchè cazzo, mi ero completamente dimenticato del suo disturbo bipolare e non potevo urlargli contro delle cose del genere credendo di sapere come avrebbe reagito, perchè il suo umore era assolutamente imprevedibile. E poi, non volevo davvero ferirlo, non era mia intenzione. « Va fuori di qui Hunter. Vattene » rimasi imbambolato a fissarlo quando sentii queste sue parole e no, non lo avrei lasciato in quello stato per nulla al mondo. Che lo volessi o no ero responsabile di quella situazione e dio santo, non sopportavo vederlo così per causa mia. Cazzo. « Donny non.. » iniziai, senza sapere nemmeno cosa dire per cercare di tranquillizzarlo. Alla fine decisi di avvicinarmi di nuovo a lui e, prima che potesse ritrarsi lo strinsi nel mio abbraccio, facendolo appoggiare al mio petto. « Scusami, scusami, scusami. Non volevo dire tutte quelle cose » sospirai e, sebbene non fossero le scuse migliori del mondo, era già un grande passo per me. Di solito infatti, non mi scusavo mai con nessuno e aspettavo che le cose si risolvessero in qualche modo, ma in quel momento mi sentivo tremendamente in colpa.

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    Edited by minty¸ - 13/6/2013, 21:56
     
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    ◇ DONOVAN EARC DOHERTHY ◇

    Non ero stupido, ne tanto meno cretino. Non lasciavo mai che le persone giocassero con me anche perchè non mi piaceva affatto sentirmi il bambolotto di qualcuno. Eppure, nonostante la tanta premura che avevo messo nell'iniziare la - uhm chiamiamola - relazione con Hunter, adesso mi stavo bruciando con le mie stesse mani. Mi stavo scottando con il fuoco ed il bello stava nel fatto che avrei voluto continuare a scottarmi nonostante il fatto che quella cosa mi stava estremamente disturggendo. Eppure avrei dovuto ficcarmi in testa che Hunter aveva una ragazza, tra l'altro una delle più belle ragazze che si potessero mai desiderare. Chelsea faceva venire la bava a chiunque - compreso me - e l'idea che mi ero fatto sul fatto che forse un giorno Hunter avrebbe poututo cacciare la palle e lasciare la ragazza, era una fottutissima e cretinissima idea che non avrei dovuto nemmeno pensare di fare.
    La cosa che in quel momento però mi stava mettendo il nervoso era il tono di voce con cui fino a quel momento si era rivolto con me, facendomi sentire ancor più cretino di quanto le sue parole non mi stessero facendo sentire già. Non era affatto belllo sentirsi dire di aprire gli occhi. Già, avrei dovuto aprire gli occhi e smetterla di pensare ciò che pensano le ragazzine in calore quando si innamorano degli styronzi - e no per l'inciso io non ero innamorato di Hunter. Ma mi riferivo al fatto che, quando una ragazza conosce uno stronzo e inizia ad infatuarsi di lui pensa di poterlo cambiare, di poterlo far diventare una persona diversa, di farlo innamorare e cazzo, mi sentivo una pezza. Il mio disturbo poi non faceva altro che peggiorare la situazione, infatti a causa di esso adesso ero li a lanarmi come un perfetto bambino che non trattiene le lacrime e non mi paiceva come cosa. Non avevo mai sopportato di farmi vedere da qualcuno piangere, non piangevo mai di fronte a qualcuno anche perchè la cosa mi faceva sentire un debole, oltre che un perfetto coglione. Quando alzai il mio sguardo verso Hunter, fu palese che questo notò i miei occhi colmi di lacrime ed esattamente come me si stava mordendo anche lui le labbra ma naturalmente le cause di questo erano diverse. Gli avevo appena detto di andare via ma a quanto apreva il ragazzo non aveva la minima intenzione di andarsene anche perchè « Donny non.. » e dopo queste pietose parole venne ad avvicinarserso di me per poi avvolgermi nelle sue braccia in modo da potermi abbracciare. Restai immobile e l'unica cosa che feci fu tirare un forte sospiro piuttosto rumoroso che più che un sospiro richiamava molto uno sbuffo « Scusami, scusami, scusami. Non volevo dire tutte quelle cose » Alle sue parole mandai giù la saliva, deglutendo e socchiudendo poi gli occhi. No, non volevo le sue scuse: rimanevo dell'idea che quando qualcuno diceva o faceva qualcosa - anche se era terribilmente incazzato, ferito o altro - lo faceva con l'intenzione e quindi di conseguenza non credevo che con un paio di scuse le cose potessero risolversi. Cercai di muovermi e di liberarmi dalla presa del ragazzo mentre pianos cuotevo la testa « No, Hunter. Ho... Ho capito okay?! Ho solo creduto che tu non fossi quello che in realtà sei... Senti ora lasciai in pace e va a fotterti la tua ragzzza. Cazzo. » Esclamai spintonando con le mani il suo petto in modo da potermi staccare da lui ed allontanarlo di conseguenza da me « Non me ne faccio nulla delle tue scuse, Cristo, non mi servono a niente! Non puoi aggredirmi e poi pensare che con uno "scusa non volevo" tutto si risolve. Cristo Santo, Hunter... » Esclamai passandomi le mani sul viso cercando in qualche modo di placare l'attacco di piagnisteo che mie ra venuto e cercando di stoppare le lacrime che stavano scorrewndo dai miei occhioni. Cazzo, mi sentivo un misto tra deficiente e stupido e non sapevo nememno coem gestire la cosa.

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    ◇ HUNTER WILLIAM FITZPATRICK ◇

    Già da quando quella mattina mi aveva rivelato del suo disturbo - okay, in realtà l'avevo praticamente costretto a farlo dopo averlo visto ingerire una quantità industriale di pasticche - avevo capito che, per il mio carattere, non sarebbe stato facile in certi momenti relazionarmi con lui. Insomma, non ero di certo una di quelle persone sensibili che si preoccupano sempre degli altri e che stanno attente ad ogni cosa che dicono. La maggior parte delle volte tra di noi le cose filavano lisce, soprattutto per il fatto che lui aveva le palle di rispondere ad ogni mia provocazione - cosa che, si, adoravo -, ma questo succedeva fino a quando tutto rimaneva sullo scherzo. Quando le cose si facevano invece serie combinavo un disastro e scombussolavo tutti i suoi sentimenti, e quel preciso istante ne era la prova. Dio, mi sentivo uno stupido a non averci pensato, a non aver pensato a lui. Lo avevo trattato come avrei fatto con chiunque, e già una persona normale ne sarebbe rimasta ferita, non volevo immaginare lui. Non sapevo esattamente che idee si fosse fatto su di me, su di noi, ma da quanto avevo capito dalle sue parole, non voleva essere solo "il tipo che Hunter Fitzpatrick si scopa". Il problema era che non sapevo cosa ero pronto a dargli di più e la sola idea di me e lui insieme mi spaventava così tanto che a volte volevo solo mandare a fanculo tutto e tornare da Chelsea.
    Per i primi secondi, dopo averlo abbracciato, Donovan rimase immobile contro il mio corpo e sbuffò sentendo le mie parole. Quando invece mi scusai scosse la testa, per poi cercare di liberarsi dalla mia stretta. In tutta risposta lo avvolsi ancora più fermamente, cercando di stare attento a non fargli male. Non sapevo nemmeno se stessi facendo la cosa sbagliata a trattenerlo lì abbracciato a me, magari avrei semplicemente dovuto lasciarlo andare. Il problema era che non avevo la minima idea di come relazionarmi con una persona affetta da un disturbo bipolare e quindi seguii il mio istinto, che mi diceva di tentare di tutto per cercare di calmarlo: non me ne sarei infatti andato via di lì finchè non mi fossi assicurato che Donny stava bene. Speravo inoltre che avrebbe accettato le mie scuse - perchè ero davvero dispiaciuto, cazzo - ma per ora volevo solo essere sicuro di riuscire a tranquillizzarlo in qualche modo. « No, Hunter. Ho... Ho capito okay?! Ho solo creduto che tu non fossi quello che in realtà sei... Senti ora lasciami in pace e va a fotterti la tua ragzzza. Cazzo » aggrottai le sopracciglia e questa volta fui io a guardare in basso dopo aver sentito le sue parole. La parte peggiore fu sicuramente il "ho solo creduto che tu non fossi quello che in realtà sei" perché no, non volevo che avesse la stessa idea di me che il resto della scuola aveva. Speravo che avesse capito che ero diverso da quello che facevo credere, ma forse era solo tutta una mia immaginazione. Forse ero davvero solo ed esclusivamente il ragazzo stronzo e narcisista che tutti vedevano. Era solo che.. pensavo che Donny mi avesse dato una possibilità per farlo ricredere. E lo aveva fatto, cristo, ma io ero stato così cretino da cestinarla. Mi lasciai infine spintonare via, allontanandomi di qualche passo da lui. « Non me ne vado da nessuna parte, Donovan. Non finchè sei in questo stato » chiarii, anche a costo di trattarlo in modo "diverso" solo per il suo disturbo, come mi ero ripromesso di non fare. Il punto era che si, potevo anche essere insensibile, ma riuscivo a distinguere perfettamente che il ragazzo stava attraversando uno di quei momenti di crisi - o come cazzo si chiamavano. « Non me ne faccio nulla delle tue scuse, Cristo, non mi servono a niente! Non puoi aggredirmi e poi pensare che con uno "scusa non volevo" tutto si risolve. Cristo Santo, Hunter... » okay, aveva ragione e si, mi facevo abbastanza schifo da solo per avergli detto tutte quelle cose. Lo guardai mentre tentava di coprirsi il viso e fermare le lacrime e mi sentii ancora peggio. Non seppi esattamente cosa mi stesse passando per la testa in quel momento ma ero disperato nel cercare una soluzione e quella di baciarlo mi sembrò l'ultima strada da tentare, visto che sapevo che ormai non avrebbe ascoltato qualunque cosa che gli avessi detto. Gli afferrai quindi delicatamente i polsi e gli spostai le mani verso il basso, per poi alzargli il mento un l'indice destro e poggiare le mie labbra sulle sue. Iniziai a baciarlo in modo lento e dolce, come forse non avevo mai fatto e pregai con tutto il mio cuore che non mi respingesse.

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    ◇ DONOVAN EARC DOHERTHY ◇

    Il mio modo di reagire era forse un pò troppo infantile e si, ero cosciente del fatto che mi stessi comportando come un bambino ma cosa potevo farci?! Era quello il mio modo di reagire a certe cose e mi era proprio impossibile cambiarlo. Ero abituato a comportarmi in maniera ifnantile e per quanto ne potessi essere cosciente non riuscivo affatto a farne a meno. Ero fatto così e nulla e soprattutto nessuno, avrebbe potuto cambiarmi. Restava di fatto che non volevo per nessun omotivo al mondo che Hunter uscisse e se ne andasse via, nonostante avessi espresso appena il contrario. Volevo che restasse li con me e volevo - desideravo, ardentemente - che la situazione riprendesse una buna piega, che quella sfuriata tra noi due non ci fosse mai stata. Tirai un leggero sospiro quando però, nonostante le mie parole, il ragazzp non fece alcun cenno a staccarsi da me, continuòa stringermi tra le sue braccia.- Le sue possenti braccia cher avvolgevano il mioc orpo, stretto così forte a lui potevo sentire il suo magnifico odore e la cosa non mi faceva per nioente bene, mi mandava solo fuori di testa « Non me ne vado da nessuna parte, Donovan. Non finchè sei in questo stato » Inutile cdire che lo guardai immediatamente male lanciandogli una frecciatina con gli occhi e fulminandolo, letteralmente, con lo sguardo. "Non finchè sei in questo stato" oh merda, no, avrebbe potuto dirmi tutto ma non quello. Mi aveva praticamente rinfacciato il fatto che mi trovassi in quelle condizioni a causa del disturbo e la cosa non mi piaceva per niente, fu anche per questo che me lo scostai di dosso, spintonandolo lontano da me in modo che la sua presa potesse allontanarsi dal mio corpo. Mi passai lentamente la lingua lungo il contorno delle labbra e oramai il mio respiro era al quanto forte a causa del fatto che mis tessi forzando a non continuare a piangere per non continuare a fare un piagnisteo dato che mi sentivo già abbastanza un cretino.
    Tenevo il mio sguardo fermo e fisso sulla figura di Hunter e quando quest'ultimo scosto le mie mani dal mio volto e mi afferrò poi il mento, deglutii immefdiatamente. Socchiusi poi gli occhi non appena le sue labbra si appoggiarono alle mie e lentamente mi allontanai dalla sua bocca mordendomi il labbro inferiore. No okay non potevo avercela con lui, infondo aveva le sue ragioni ed io avevo le mie, avremo solamente dovuto parlare e tutto si sarebbe aggiustato,. no?! Ma comunque dal modo in cui avevo reagito al contatto con le sue labbra sembrava che non lo voelssi baciare ma poi allacciai le braccia al suo collo e facendomi peso sulle gambe gli saltai praticamente in braccio, allacciandomi con le cosce al suo bacino a mò di koala, facendo bacillare un pò il corpo del ragazzo prima di poter afferrare il suo viso tra le mani per poterlo portare un centimetro in avanti verso il mio e baciargli prontamente la bocca in maniera al quanto dolce, proprio come lui poco prima aveva iniziato a baciare la mia bocca. « Da... davvero non sarai mai il mio ragazzo?! » mugugnai piano sulla sua bocca prima di poter dischiudere la bocca e concentrarmi a baciarlo in un modo al quanto più impegnativo

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    ◇ HUNTER WILLIAM FITZPATRICK ◇

    Quando pronunciai quelle parole riferite allo stato psicologico in cui Donny si trovava, lui non fece altro che fulminarmi letteralmente con lo sguardo e spintonarmi via, lontano dal suo corpo, e questa volta non feci opposizione. Sapevo che se la sarebbe presa, ma le cose stavano così ed era stupido negarlo: stava attraversando una crisi - causata da me, oltretutto e si, mi sentivo piuttosto in colpa. Quello probabilmente il ricco non aveva compreso era che non stavo cercando di rinfacciargli questa cosa e non lo stavo rimproverando, ma volevo solo assicurarmi che lui stesse meglio prima di lasciarlo lì così. Forse, dopo tutto ciò che gli avevo urlato contro, ero la persona meno adatta per prendermi cura di lui in quel momento - non contando il fatto che facevo davvero schifo a consolare le persone, ero proprio negato in ciò -, ma volevo almeno provarci. « Sai cosa intendo » tenti di giustificarmi, piegando la testa di lato e massaggiandomi con le dita la nuca - cosa che facevo sempre quando mi trovavo a disagio. Percepii poi il suo respiro farsi pesante e in un attimo mi fu chiaro che stava cercando di trattenersi dal piangere. Dio, non sopportavo vederlo così. Se fosse potuto servire a qualcosa, l'avrei anche fatto piangere stretto al mio petto finchè ne avesse avuto bisogno.. insomma, avrei fatto qualsiasi cosa pur di cancellare quell'espressione dal suo viso. Fu proprio per questo che andai ad appoggiare le mie labbra sulle sue, sebbene non avessi idea di come avrebbe potuto reagire: arrivati a quel punto mi sarei potuto aspettare che ricambiasse tanto quanto avrei potuto temere un "vaffanculo" o un pugno in pancia. Ma avrei corso il rischio.
    Quando all'inizio si ritrasse, lo ammetto, ci rimasi piuttosto male. Stavo già per andare nuovamente in panico, cercando di trovare qualche altro modo per calmarlo, ma poi sentii le sue abbraccia avvolgermi il collo e in un attimo il ragazzo mi saltò addosso, attorcigliando le sue gambe al mio bacino. Vacillai per qualche secondo e, appena ripresi l'equilibrio posizionai entrambe le mie mani sotto le sue natiche per reggere il suo peso. Okay, ora stavo sorridendo come un cretino. Lasciai quindi che il ragazzo si sporgesse verso di me e gli succhiai immediatamente il labbro superiore, massagiandolo con la lingua, per poi riprendere quel bacio dolce e lento che era stato prima interrotto. « Da... davvero non sarai mai il mio ragazzo?! » solo quando ci staccammo, alla fine, ebbi tempo per rispondere a questa domanda. Sinceramente, avrei voluto che non avesse mai chiesto una cosa del genere perchè cazzo, nemmeno io sapevo cosa volevo. Cioè, sapevo che volevo Donny ma non ero ancora pronto a, diciamo, tutto. Il sesso si, quello era magnifico, ma non sapevo se avrei mai potuto offrirgli altro - sebbene l'idea stesse iniziando a svilupparsi nella mia mente. Il punto era che, oltretutto, facevo abbastanza pietà come fidanzato e la mia relazione di convenienza con Chelsea ne era la pura dimostrazione. Inoltre, la ragazza mi serviva per mantenere una certa reputazione nel college, come io servivo a lei: agli occhi di tutti, eravamo la coppia perfetta. « Mi serve del tempo, piccolo. N-non so ancora cosa voglio, ma non voglio che tu pensi che io ti usi solo per fare sesso, perché non è vero.. e scusami se ti ho detto così, prima. Ero arrabbiato e.. ho sbagliato tutto, okay? Non intendevo davvero dire tutte quelle cose. Quando siamo solo noi due sto davvero bene, Donny, e non intendo solo a letto. Anche semplicemente a parlare di cazzate o non so, a prenderci in giro. Mi piace passare del tempo con te » spiegai, guardandolo nei suoi meravigliosi occhini color caramello.

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    ◇ DONOVAN EARC DOHERTHY ◇

    Non volevo litigare per nulla con Hunter, non ero affatto una persona che si metteva a creare dei litigi con qualcuno e ci litigava in maniera focosa, diciamo che quelle poche volte che avevo litigato con qualcuno erano tutte volte causate dal mio disturbo in cui avevo completamente perso il controllo. Naturalmente però in quel momento, il lato dle lmio umore si era andato ad inclianre a quello della tristezza e non affatto alla rabbia, quella non riuscivo ad averla nei cofnronti di Hunter. Non c'è l'avevo con lui ma piuttosto ero incazzato con me stesos, con me e con tutte le idee che mie ro fatto - per niente fondate su qualcosa di solido - tra me e Hunter. Mi passai lentamente la lingua lungo il contorno delel labbra e mentre la sua bocca si andava ad appoggiare sulla mia, riuscii a sentire il suo sospiro e le sue soffici labbra ch esi muovevano contro le mie, mi ero allontanato frettolosamente ed avevo notato palesemente un espressione sulv iso del ragazzo che lasciava ad indicare che ci fosse restato male. Non ci pensai duwe vote a saltargli immediatamente in dosso e a baciarlo immediatamente. Le sue labbra si cimentarono a succhiare il mio lebbro inferiore e socchiusi piano gli occhi mentre mis tringevo su di lui che si, trabballò un po ma poi mi strinse afferrandomi con le mani per il fondoschiena. Appena le mie labbra e le sue si staccarono, lo guardai mordicchaindomi piano il labbro inferiore mentre i miei occhi erano puntati sul suo viso, il suo magnifico viso « Mi serve del tempo, piccolo. N-non so ancora cosa voglio, ma non voglio che tu pensi che io ti usi solo per fare sesso, perché non è vero.. e scusami se ti ho detto così, prima. Ero arrabbiato e.. ho sbagliato tutto, okay? Non intendevo davvero dire tutte quelle cose. Quando siamo solo noi due sto davvero bene, Donny, e non intendo solo a letto. Anche semplicemente a parlare di cazzate o non so, a prenderci in giro. Mi piace passare del tempo con te » Alle sue parole feci immediatamente un sorriso da perfetto idiota. Ecco, riusciva a farmi cambiare idea proprio come cambiavo umore. Fino ad un'attimo prima la convinzione ch elui fosse un perfetto stronzo si era stanziata nella mia testa, adesso invece iniziavo a ricredermi - di nuovo- sul suo conto. Annuii piano alle sue parole e mi sporsi con il viso ancora verso il suo mentre stringevo el mie cosce attorno al suo corpo. Strofinai lentamente le mie labbra contro le sue con un sorrisetto stampato sul viso « Guarda che sei tu il piccolo, non io! » Esclamai con una lggerra risata. Era riuyscito a sbalzare nuovamente il mio umore con un semplice pensiero che mi aveva fattyo tornare il buon umore. Mi appoiggiai con le labbra sul suoc ollo ed iniziai a dargli svariati baci sulla palle, stringendo tra lelabbra un lembo della sua pelle che poi piano succhiai. « Resti a dormire qui da me stanotte?! Voglio passare tutta la giornata con te, piccolo. » mugugnai piano portando poi le mie labbra verso il suo orecchio soffermandomi a lasciare un leggerissimo morso al suo lobo « e voglio fare sesso... » terminai poi il mio pensiero, dopo aver sussurrato quelle parole all'intenro del suo orecchio prima di potermi allontanare da questo e stringere le mie braccia attorno al suo collo, ancora.

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    ◇ HUNTER WILLIAM FITZPATRICK ◇

    Non avrei dovuto reagire in modo così brusco ed esagerato per un paio di parole uscite dalle labbra di Donovan, sicuramente non premeditate: era capitato e si, avrei dovuto risolvere quella situazione con le mie mani, ma non era del tutto colpa sua. Quando avevo proposto a Donovan di iniziare a frequentarci segretamente lo sapevo bene che tutto non sarebbe filato liscio come l'olio, era assurdo anche solo pensarlo. Ero consapevole del fatto che era una situazione rischiosa e che ci sarebbero state delle complicazioni - e questa era la prima di molte altre. L'importante, ora come ora, era cercare di affrontare le cose insieme e non invece di aizzarci l'uno contro l'altro. Volevo che le cose, almeno fra noi due, fossero a posto e non volevo che si preoccupasse di nient'altro. Quello che avrebbero pensato i miei amici era qualcosa che riguardava solo ed esclusivamente me e non volevo che ne venisse coinvolto il riccio, perchè loro non erano di certo le persone più aperte con cui parlare. Per quanto riguardava la spiegazione da dare a Chelsea, me la sarei cavato io in qualche modo, perchè quello non era un problema di Donovan: era una cosa tra me e la mia ragazza.
    Dopo che cercai di spiegare a Donny come stavano le cose - e cazzo, ero terribile a descrivere i miei sentimenti - sul suo viso apparve un sorriso enorme, che fece sorridere di conseguenza anche me. In realtà però, facevo davvero fatica a stare dietro ai suoi sbalzi d'umore e.. dio, nemmeno un minuto prima era sull'orlo del pianto, invece ora sembrava felicissimo. Per l'amor del cielo, ero più che contento di essere riuscito a strappargli un sorriso, ma mi ci sarei dovuto abituare. Perchè si, intendevo passare un sacco di altro tempo con lui in modo da conoscere piano piano ogni sua fissa, ogni sua abitudine, ogni cosa su di lui. « Guarda che sei tu il piccolo, non io! » alzai un sopracciglio e scossi la testa, divertito. « Sarò anche più giovane, ma tu sei più basso, quindi ho tutto il diritto di chiamarti piccolo! » esclamai. E per inciso, amavo il fatto che fosse più basso di me e che, per esempio, per baciarmi dovesse alzarsi sulle punte dei piedi. La trovavo una cosa adorabile e- cazzo, da quand'era che trovavo qualcosa adorabile? Dio, dovevo iniziarmi a fare un paio di domande. Lasciai poi che mi baciasse il collo, mentre io stringevo le mie mani sulle sue natiche perfettamente tonde e sode. « Resti a dormire qui da me stanotte?! Voglio passare tutta la giornata con te, piccolo... e voglio fare sesso... » quando terminò la frase, sentii chiaramente un brivido percorrermi la schiena e appoggiai subito la fronte alla sua. « Il mercoledì è, uhm, è la serata che di solito io e Chelsea passiamo insieme » dissi mordendomi il labbro, sperando che Donny non se la sarebbe presa. Dio, anche io avrei preferito mille volte stare con lui, ma Chelsea si sarebbe davvero insospettita. Insomma, non rifiutavo mai del sesso e soprattutto non con lei perchè diciamocelo, era favolosa a letto.

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    ◇ DONOVAN EARC DOHERTHY ◇

    Mi morsi piano il labbro inferiore mentre il ragazzo stringeva le sue dita sulle mie natiche coperte dai pantaloni chiari. Si, a costo di risultare uno sdolcinato di prima categoria - e nella mia mente mi sentivo tale - mi era mancato tenermi a contatto così stretto con lui. Contatto che finalmente stavamo avendo di nuovo. Il fatto che quel contatto non avremo potuto averlo dinnanzi a tutti mi metteva ancora una strana sensazione di di tristezza ma ahimè, avrei continuato a covivere con quella cosa e mi sarei stato zitto dopo aver morso la lingua - metaforicamente. Mi strinsi ancor di più al suoc orpo dopo quel suo commento sul modo in cui gli avevo detto che il piccolo fosse lui « Sarò anche più giovane, ma tu sei più basso, quindi ho tutto il diritto di chiamarti piccolo! » Immediatamente scoppiai in una risatra e poco dopo annuii in segno di acconsenso alle sue parole. In effetti aveva pienamente ragione, benché lui fopsse più piccolo di me, io lo ero di lui in fatto di stazza, avevo decisamente dieci centimetri - se non di più- in meno a lui ed ogni qual volta volevo baciarlo dovevo alzarmi sulle punte dei piedi per poter raggiungere la sua splendida bocca e per potermelo sbaciucchiare tutto. Mi tenni aggrappato in maniera salda al suo corpo mentre muovevo le mie labbra appena screpolate sul suo collo per lasciargli un paio di baci in attesa di una sua risposta alla mia proposta di passare assieme quella giornata. Morivo dalla voglia di passare del tempo con Hunter, la cosa mi allettava tremendamente ma quando « Il mercoledì è, uhm, è la serata che di solito io e Chelsea passiamo insieme » esclamò quelle parole, nel mio umore tornò il cosìdetto fulmine a ciel sereno infatti sbuffai immediatamente e mi staccai completamente di dosso a lui. No okay qesta situazione al reputavo esattamente insopportabile perchè cazzo dovevo rovinare quel momento che si ra andato a creare dicendomi che quella era la serata che di solito passava con Chalesea. Era palese che quella sera avrebbero scopato e Cristo, che rabbia. Incrociai le braccia al petto e poi mi decisi ad avvicinarmi alla porta di camera mia per poterla aprire « Si, ecco, ora va a pararti il culo con la tua ragazza a causa del mio "piccolo mio" perchè iio qui non ti voglio più nemmeno un'altro istante. »

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