oh, finally you're mine

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    ◇ DONOVAN EARC DOHERTHY ◇

    Inutile dire che l'idea di Hunter, di farmi mangiare e di uhm in qualche modo costrignermi a farlo mentre lui mi faceva un pomino, era stata una delle idee migliori che il ragazzo potesse avere. Dopo aver finito di mangiare poi, lo avevo accontentato - ed accontentato allo stesso tempo anche me - scopandomelo sulla sua scrivania che era completamente spoglia d'oggetti dato che quello stesso pomeriggio una mia ennesima crisi mi aveva portato a buttare tutto per terra. Maledetto il mio disturbo. Dopo essermi fatto senza alcuna sosta il mio ragazzo, e dopo che sia io che lui raggiungemmo l'orgasmo, decisi di dare una tregua sia al mio che al suo corpo dato che da quel pomeriggio in cui avevo raggiunto la sua camera, non ci eravamo dati nemmeno un'attimo di tregua. Dopo essermi messo accoccolato di nuovo a lui e al suo petto sul suo letto, copri i nostri corpi con il lenzuolo stringendomi verso il suo bellissimo corpo con un sorriso stampato sulle labbra. Potevo dire di non essere mai stato così felice? Potevo? perchè era così. Facemmo, a distanza di una mezz'oretta, nuovamente sesso e subito dopo andai a fare una doccia nel suo bagno per poi asciugarmi e mettermi al suo fianco di nuovo ed addormentarmi di botto - essendo abbastanza stanco - affianco al suo nudo corpo, esattamente come il mio. Quando al mattino seguente, il mio cellulare iniziò a suonare alle sette precise, a causa della sveglia che per quell'orario era programmata tutte le mattine, aprii lentamente gli occhi e mi portai entrambe le mani su questi per poterli trofinare. Sorrisi come un cretino trovandomi il viso di Hunter a pochi centimentri dal mio mentre ancora dormiva. Era così bello, che sembrava quasi un dio greco - non so se rendo l'idea - e poi era ancora tutto nudo. Mi sporsi verso di lui e gli diedi un leggero bacio sulle labbra, che ne sussegui un'altro ancora ed un'altro ancora, e così via fino a quando il ragazzo non si svegliò ed allora mi andai a mettere su di lui a cavalcioni cercando in tutti i modi di svegliarlo del tutto. Quando entrambi fummo alzati dal letto, mi decisi a fare un ennesima doccia e subito dopo usufrui dell'armadio del mio ragazzo per potermi vestire e non portare in dosso i vestiti che tenevo il pomeriggio precenedente, anche perchè non erano esattamente adatti per seguire le lezioni. Uscii poi da camera di Hunter mentre quest'ultimo era ancora intento a prepararsi e dopo avergli stampato un bacio sulle labbra gli dissi che ci saremo visti poi quel pomeriggio nella mia stanza e che l'avrei lasciata appositamente aperta e che quindi non aveva bisogno di bussare, così. Uscito dalla stanza, ebbi per un'attimo il timore di imbattermi in qualche amico di Hunter mentre uscito dalla sua stanza ma per mia fortuna non feci alcun incontro con nessuno. Alla prima ora, quella mattina, avevo lezione di economia, e dovevo dirigermi nella classe in cui avevo condiviso - nel corso di quelel due settimane - il banco assieme a Cory. Entrato in classe, avevo poi subito preso un sospiro imbattutomi nel ragazzo che seduto al banco stava quasi come aspettando il mio arrivo. Roteai poi gli occhi mentre mi mettevo seduto al suo fianco « Ieri sera ho bussato alla porta della tua camera. Non c'eri. Hai dormito da quello li? » mi chiese immediatamente il ragazzo ed io non ci pensai due volte a roteare gli occhi e fare uno sbuffo scocciato « Non sono affari tuoi, Cory. Ti prego... » gli risposi guardandolo poi in viso mentre mi mordevo il labbro. Il ragazzo senza pensarci alzò le spalle e allungo la sua mano sul mio viso per potermi accarezzare lentamente la guancia « Quindi cos'è... adesso state insieme o cosa? » mi chiese mentre non accennava ad allontanare la sua mano dal mio viso. Non ci pensai due volte però, dopo una manciata di minuti, ad allontanargliela io e ad appoggirla sul banco scuotendo la testa a quel suo gesto. Non volevo che mi prestasse ancor acerte attenzioni. Cazzo.
    Alla fine delle lezioni poi, nel pomeriggio, quasi impaziente, andai verso i dormitori e raggiunsi la mia stanza ed inviai un sms ad Hunter - il quale non avevo sentito per tutta la mattinata a causa delle lezioni e di Cory che non mi mollava un solo attimo, assillandomi. « Sono in camera mia, mi manchi tantissimo. Vieni qui da me » gli scrissi velocemente per poi inviare l'sms al castano ragazzo e mettermi seduto sul mio letto.

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    ◇ HUNTER WILLIAM FITZPATRICK ◇

    Sebbene mi fossi largamente lamentato della richiesta di Donny, alla fine mi era piaciuto davvero fargli un ennesimo pompino e si, mi ero anche impegnato più del mio solito. Era infatti piuttosto insolito che mi impegnassi in qualcosa - lo studio in primis - ma quando si trattava di sesso, di sesso con Donny, volevo cercare di donargli tanto piacere quanto lui ne dava a me. La parte migliore era sicuramente stato controllare che continuasse a mangiare i noodles in brodo mentre lo succhiavo, fino a quando non mi fermai appena prima che venisse per farmi scopare - come gli avevo proposto precedentemente - sulla scrivania. Il piano era infatti rimasto libero da ogni oggetto a causa della violenta crisi che aveva avuto il riccio un paio di ore prima e lo avevo considerata un ottimo utilizzo alternativo, giusto per sfruttarlo prima di rimettere a posto il tutto. Mi sembrava logico, no? Facemmo quindi sesso sullo scrittoio e poi di nuovo, una volta recuperate le nostre forze, sul letto della mia camera. Non mi sarei nemmeno mai immaginato che mi sarebbe piaciuto così tanto fare sesso con un ragazzo, tantomeno stare sotto, invece in quel momento volevo solo ed esclusivamente continuare ad avere quel tipo di rapporto con Donovan. Passamo anche del tempo - molto - a coccolarci sotto le coperte, stretti l'uno all'altro, fino a quando ad un certo punto non mi addormentai. Erano diverse notti che non riuscivo a dormire serenamente e che mi svegliavo in continuazione, ma invece quella passò liscia come l'olio e recuperai almeno in parte le ore di sonno perse.
    La mattina successiva stavo ancora dormendo profondamente - con un braccio ben avvolto alla vita di Donny, che si trovava almeno parzialmente su di me - quando suonò la sveglia sul cellulare del ragazzo, che nemmeno udii. Fui invece svegliato dai numerosi baci che stavo ricevendo sulle labbra. Sbuffai e cercai di allontanarmi perchè sebbene mi piacessero da morire i suoi baci, svegliarmi era da sempre stato il momento più difficile dell'intera giornata. Puntavo infatti sempre un numero infinito di svegli sul cellulare, che finivo per ritardare tutte arrivando sempre tardi a lezione. Ormai anche i professori si erano abituati alle mie entrate - che passavano di certo poco inosservate - nel bel mezzo della spiegazione. Rinunciai però a tentare di dormire ancora qualche minuto quando Donny si mise a cavalcioni su di me e « Hey baby » lo salutai sorridendogli e alzandomi sui gomiti per stampargli un bacio sulle labbra. Lasciai poi che si facesse la doccia e che fregasse un paio di vestiti dal mio armadio - tanto ne avevo in quantità industriali, tutti di marca ovviamente - e ci salutammo con la promessa di rivederci in camera sua nel pomeriggio. Fui felice che non tirò di nuovo in ballo il discorso Chelsea, perchè non volevo pressioni. Ero anche consapevole del fatto che a Donny avevo detto che avrei preso una pausa da lei per vedere come sarebbero andate le cose e non che l'avrei lasciata, ma lui sembrava aver capito tutt'altro: non sapevo nemmeno io casa avrei fatto. Ovviamente, come già mi ero immaginato, mi ritrovai con l'evitare Chelsea per tutto il corso della mattinata procrastinando il più possibile quel confronto, almeno fino all'ora di pranzo. Non era perchè non fossi sicuro di ciò che stavo facendo, era perchè sapevo che da quel momento non sarei più potuto tornare indietro senza segnare inequivocabilmente la mia immagine. « Si può sapere che cazzo ti prende, Hunt?! » fui preso da parte dalla mia ragazza all'uscita della mensa e d era una di quelle situazioni del tipo "ora o mai più". « Ti lascio » dissi così, senza preavviso e lei si mise a ridere di gusto. La guardai incredulo mentre « Smettila di dire calzate, o di fumarti come pesanti » mi rispose unicamente ed io sbuffai. Perchè doveva essere così difficile? « Chelsea, ho detto che ti lascio. Sono serio » chiarii e a ciò seguì una sua urlata in cui mi diceva quando o avessi bisogno di lei per la mia popolarità e bla bla bla, per poi terminare con un "vaffanculo" come ciliegina sulla torta a cui io restai piuttosto impassibile: sapevo che era meglio che la lasciassi sfogare. Tirai un sospiro di sollievo quando alla fine girò i tacchi per andarsene, incazzatissima, dopo avermi minacciato con un qualcosa del tipo "non la passerai liscia" e "sei uno stronzo" e ancora "non resisterai un giorno senza di me". Certo, come se avessi mai avuto così tanto bisogno di lei. In quegli anni era semplicemente stata un incentivo a mantenere la mia posizione, tutto qui.
    Stavo poi camminando da solo per i corridoi e feci un sorriso a trentadue denti quando lessi il messaggio di Donny che diceva: " Sono in camera mia, mi manchi tantissimo. Vieni qui da me". Non mi preoccupai nemmeno di avvisare Seth che non sarei andato da lui dopo i suoi allenamenti di pallanuoto - come facevo sempre - e mi precipitai verso i dormitori. Una volta arrivato davanti alla sua porta mi guardai attorno e entrai senza dare nell'occhio. « Dio, non vedevo l'ora di vederti » pensai ad alta voce andando verso di lui, che era seduto sul suo letto. Mi tolsi in un millesimo di secondo le scarpe e ci salii sopra anch'io, per andare poi a buttarmi letteralmente su di lui e baciarlo.

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    ◇ DONOVAN EARC DOHERTHY ◇

    Quando quella mattina avevo lasciato Hunter in camera sua e me ne ero andato verso le aule sucendo dai dormitori, avevo evitato di dire nuovamente al ragazzo ciò che volevo che facesse, anche perchè lui il giorno precedente mi aveva assicurato che l'indomani mattino - ovvero quella mattina - avrebbe parlato con la sua ragazza e quindi, beh, era inutile fargli altre pressioni no?!. Okay ammetto che forse non avevo ben capito le parole di Hunter, o meglio, non le avevo volute capire dato che il ragazzo aveva detto semplicemente che "avrebbe preso una pausa" da lei e non che l'avrebbe mollata, ma avevo comunque cercato di rigirare la frittata a mio piacimento. Insomma non mi andava più di condividere Hunter con qualcuno, volevo che diventasse unicamente mio e di nessun'altro. Volevo avere il privilegio di poterlo toccare in maniera più intima solo io, di baciarlo solo io e sopratutto: volevo fottermelo solamente io. Non lo avrei più condiviso con nessuno, questo era certo, e tanto meno io mi sarei ritrovato nuovamente a contendermi tra due relazioni. Io adesso avrei avuto lui e lui avrebbe avuto me. Oh meglio, questo sarebbe successo se Hunter avesse lasciato Chelsea, cosa che quella mattina non era accaduto. Il selwyn era uno dei college in cui i pettegolezzi immediatamente circolavano subito dopo essere accaduti, e no, quella mattina non mi era giunta alcuna voce all'orecchio. E così era stato fino all'orario di pranzo, orario in cui non mi ero recato in mensa ma mi ero limitato ad andare nella mia stanza per poter studiare per l'indomani. E così feci, passai quel paio d'ore a concentrarmi su libri anche se la mia mente non accennava minimamente a concentrarsi. Non facevo altro che pensare ad Hunter, a quanto mi sentissi un nodo alla pancia solo perchè non era li con me, e a quanto avessi voglia di vederlo. Fu per questo che non aspettai un solo attimo a scrivergli quell'sms attendendo così che il ragazzo lo leggesse e che si precipitasse da me. Nel mentre, afferrai il portatile che avevo sullo scrittoio e dopo averlo acceso non ci pensai due volte a cercare un hotel a londra. Hotel in cui sarei andato con Hunter quel week-end stesso. Lui mi aveva proposto di andare li ed io non me ne ero dimenticato, avevo subito pensato che era un idea stupenda e quindi, non ci avevo pensato due volte ad accettare. Naturalmente credevo che Hunter non si fosse ancora organizzato a mettere a fatti veri e propri la sua proposta per cui avevo iniziato a cercare io un qualcosa di carino per noi due. E non appena trovai un'albergo che sembrava rispondere alle varie comodità che mi ero imposto di cercare, prenotai immediatamente, dopo aver preso il numero dell'hotel e aver chiamato.
    Avevo poi lasciato la porta aperta così che, quando Hunter sarebbe arrivato poteva entrare subito senza aspettare più di tanto, e non appena sentii la porta aprirsi, inutile dire che mi si illuminò immediatamente lo sguardo, chiusi il portatile e lo lasciai sul pavimento guardando il ragazzo entrare e « Dio, non vedevo l'ora di vederti » buttarsi addosso a me dopo aver esclamato quelle parole e dopo essersi tolto le scapre. Aggrappai immediatamente le mie cosce attorno al suo bacino, sistemandomi a mò di koala. Non ci pensai due volte a ricambiare il suo bacio mentre portavo una mano dietro la sua nuca ed un'altra sulla sua schiena accarezzandolo lentamente. « Mmh. » mugugnai poi mentre mi allontanavo dalle sue labbra con un sorriso sulle labbra « Avevo intenzione di mandarti un sms stamattina, volevo farti un pompino nei bagni... ma uhm Cory mi è stato praticamente appiccicato addosso tutto il giorno, anche perchè stiamo lavorando assieme ad un compito quindi...» riassumetti il tutto e lo dissi talmente velocementeche non fui nemmeno tanto sicuro che il ragazzo ebbe capito ciò che avevo detto dato il modo veloce in cui avevo parlato. Allungai la mia mano dalla sua schiena verso il suo sedere e immediatamente gli strinsi una natica. « Ed ho prenotato un albergo per questo week-end. A londra. » annunciai poi infine prima di riincollarmi alle sue labbra per poterlo baciare e feci poi ribaltare la situazione, mettendomi io su di lui a cavalcioni

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    ◇ HUNTER WILLIAM FITZPATRICK ◇

    Non sapevo se ciò che avevo appena fatto - ovvero lasciare la mia ragazza storica - fosse stata la cazzata più grande del mondo o se mi fossi effettivamente tolto un peso. Ci pensai appena dopo aver ricevuto l'sms di Donovan, a come da quel momento sarebbe cambiata la mia vita: sarei stato solo di Donny, ed era una cosa piuttosto strana se consideravamo la concezione che avevo sempre avuto dell'atto del tradimento. Insomma, per me non era mai stato tutta questa gran cosa come molti volevano farlo passare. A volte accadeva - e con Chelsea era accaduto tante, tante volte. Era più o meno normale per noi, non avevo nessun rimorso o senso di colpa. Sapevo che però con Donny non sarebbe dovuto succedere perchè lui non lo avrebbe accettato e io non mi sarei mai potuto perdonare di perderlo per il fatto che non sapevo tenermi il cazzo nei pantaloni. Almeno, speravo di farcela. Quello di cui ero sicuro era che con lui a letto mi sembrava di stare in paradiso e si, potevo affermare che mi soddisfava completamente. E poi avevamo ancora mille cose che volevo provare e cazzo, l'ultima cosa a cui sarei andato a pensare in quel momento era di scoparmi una ragazza. Chelsea poi, credevo che non mi sarebbe mancata poi così tanto quanto temevo. Certo, le volevo bene davvero e speravo che - cosa ben difficile - non se la sarebbe presa a morte con me perché le avrei "rovinato per sempre l'immagine" una volta che la notizia si sarebbe sparsa. Ma a volte ero davvero stanco di tutte le sue fisse, di tutti i suoi impegni, di tutte le sue richieste alle quali mi sembrava di non potermi sottrarre. Con Donny speravo invece che sarebbe stato diverso, che avremmo passato dei momenti apprezzabili insieme anche quando non scopavamo. Spesso facevo tanto il duro, ma la verità - che non ammettevo nemmeno a me stesso - era che a volte avevo anche io bisogno di qualcuno che mi amasse, che mi amasse davvero. Avevo trovato questo requisito in Elaine e ovviamente in mia sorella, ma avevo bisogno di qualcuno come Donny accanto a me ed ero convinto che, in qualche modo, anche io sarei potuto essergli d'aiuto.
    Quando infine arrivai davanti alla porta della sua camera non ci pensai due volte ad entrare e mi buttai subito su di lui per baciarlo, quasi senza nemmeno salutarlo. Stavo di nuovo sorridendo come un cretino, dio santo. Avrei dovuto smettere. Donny avvolse le sue gambe attorno al mio bacino e si aggrappò a me con entrambe le braccia, come se con quel bacio potesse tornare a respirare. Ecco, stavo anche riiniziando a pensare in modo troppo smielato. « Mmh » mormorò e io gli succhiai il labbro, dandogli un ultimo finale bacio a stampo. « Avevo intenzione di mandarti un sms stamattina, volevo farti un pompino nei bagni... ma uhm Cory mi è stato praticamente appiccicato addosso tutto il giorno, anche perchè stiamo lavorando assieme ad un compito quindi... » mi disse poi in modo estremamente veloce e appena sentii il nome "Cory" mi staccai da lui con espressione provata. « Non voglio che tu passi ancora del tempo con lui. È un coglione » dissi con tono geloso, prima di sbuffare. Cazzo, non mi piaceva per nulla quel tipo e non mi importava che fosse un progetto scolastico o altro, ma io Donny lo volevo solo per me. Lasciai poi che mi toccasse il fondoschiena e in una manciata di secondi mi ritrovai nella situazione opposta - con lui sopra di me - e con le sue labbra appiccicate alle mie. « Ed ho prenotato un albergo per questo week-end. A Londra » annunciò e « Perfetto, perchè ho intenzione di passare un sacco di tempo in hotel » dissi malizioso. Era anche per quello che ci andavamo, no? per staccare da tutto per un paio di e goderci semplicemente noi e i nostri corpi. Londra l'avevamo ovviamente già vista e rivista entrambi.

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    ◇ DONOVAN EARC DOHERTHY ◇

    Quella mattina ero stato tentato di spronare ulteriolmente Hunter a mollare la sua ragazza, ma il timore che lui potesse dirmi di smetterla di assillarlo con quella faccenda o qualcosa di simile, mi aveva bloccato e mi aveva fatto tenere la bocca chiusa. Ma comunque non mi importava più di tanto di Chelsea adesso, la ragazza non mi sembrava più una minaccia, come magari lo era potuta sembrare fino ad una settimana prima. Adesso Hunter era mio, che lei e tutta la scuola, lo volessero o no. Io ed il castano ragazzo, che era decisamente molto più alto di me, avremmo intrapreso una relazione. Forse. Quando avevo svegliato Hunter, ero stato tentato di svegliarlo nel modo in cui avevamo pianificato il suo risveglio, il giorno precedente, ma poi l'idea era stata scartata una volta visto l'orario sulla sveglia. Non volevo far tardi alle lezioni e sapevo che se io e Hunter ci fossimo concessi anche un ennesimo atto di sesso di primo mattino, avremo fatto entrambi decisamente tardi quella mattina a lezioni e, anche se sapevo che ad Hunter non importava più di tanto, a me fregava decisamente. Non avevo prestato molta attenzione alla lezione quella mattina, ne a quella di economia politica e ne tanto meno a quella di scienze delle finanze. Per la prima volta in vita mia, sembrava come se tutte le parole che l'insegnante diceva fossero "Hunter, Hunter, Hunter". Avevo solo quel nome fisso in testa e si, la cosa mi faceva sentire decisamente troppo un imbecille. Un imbecille patentato. Non potevo davvero essere così patetico, persino a me sembravo un cretino.
    Ero ancora incredulo di fronte a quella situazione, non mi sembrava ancora vero il fatto che Hunter fosse davvero pronto ad essere solamente mio. Mio e basta. Mio e di nessun'altro. Dopo interi mesi finalmente eravamo giunti ad una svolta nel nostro rapporto, ad una svolta che portava solo a qualcosa di positivo: un noi. Si, a dirla tutta, era ancora strano pensare che quel ragazzo che mesi e mesi prima mi ero soffermato a fissare con una certa scia di bava alla bocca, e che poi mi aveva baciato in aula detenzioni, proprio sulle labbra, era adesso li con me, sul mio letto, a stringermi e baciarmi, senza più nessun timore. Le mie mani si muovevano senza alcun ritegno sul magnifico culo che madre natura aveva donato a Hunter e non appena il ragazz osi spostò per potermi dire « Non voglio che tu passi ancora del tempo con lui. È un coglione » Roteai immediatamente gli occhi e feci poi uno sghembo sorrisetto. Okay okay okay, era geloso e la cosa - detto tra di noi - mi piaceva da morire, ammettevo che avevo infiltrato nel nostro discorso Cory appositamente così che lui potesse avere una qualche tipo di reazione gelosa. E così era stato, Hunter si era dimostrato piuttosto ingelosito nei contronfi di cory e quella cosa mi - okay mi vergognavo di ciò che stavo per dire - eccitava tremendamente e si lo si poteva anche capire dal bozzolo che poteva percepire al cavallo dei miei pantaloni « Uhm si anche tu sei un coglione, ma passo ugualmente del tempo con te... » Esclamai con una risata mentre mi chinavo su di lui per potergli baciare lentamente le labbra di nuvoo « E poi dici così solo perchè ti ha dato un pugno... un pugno su questo bellissimo visino che ti ritrovi. Comunque, devo passarci del tempo assieme perchè dobbiamo fare un compito per la scuola, quindi uhm dovremo anche passare del tempo nel pomeriggio assieme. » continuai a calcare la mano sull'argomento "cory" cercando in qualche modo di suscitare nuovamente l'Hunter geloso che tanto mi piaceva ed eccitava. Annunciai poi in seguito la prenotazione che avevo datto per quel week-end a londra e Hunter non ci pensò due volte a replicare con un « Perfetto, perchè ho intenzione di passare un sacco di tempo in hotel » malizioso. Risi immediatamente e subito annuii avvicinandomi con il viso contro al suo per passargli sinuosamente la lingua lungo il contorno delle labbra « Passeremo tutto il tempo in hotel... a fare sesso in ogni angolo della nostra stanza. E bisogna anche comprare del lubrificante che ne siamo quasi a corto! » esclamai prima di dargli un morso sul labbro inferiore mentre portavo ancora una volta le mie mani sulle sue natiche per stringergliele.

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    ◇ HUNTER WILLIAM FITZPATRICK ◇

    Nonostante ora io e Donny fossimo a tutti gli effetti una coppia - e mio dio quanto era strano pensarlo - non capivo perché in ogni momento dovesse saltar fuori il discorso "Cory". Speravo che andasse prima possibile nel dimenticatoio, ma a quanto pareva il giocatore di pallanuoto sembrava sempre essere letteralmente fra le palle. Insomma, non ce lo volevo vicino a Donny, nemmeno minimamente. Avrebbe dovuto mantenere cinque metri di distanza o qualcosa del genere. Il riccio era roba mia ora e non mi importava che anche lui lo aveva avuto per sè: Donovan aveva scelto me e il biondino doveva accettarlo. Appena dissi a Donny la mia opinione su Cory lui roteò gli occhi e poi sorrise, divertito. « Uhm si anche tu sei un coglione, ma passo ugualmente del tempo con te... » rise chinandosi su di me per baciarmi le labbra e fu proprio in quell'occasione che percepii qualcosa di duro nei suoi pantaloni. « Non vale se la metti così » esclamai scuotendo la testa, anche se ero tutto impegnato a dirigere lo sguardo verso il basso. Non sapevo perchè avesse avuto quella reazione, ma cazzo se mi piaceva. « Hey » dissi ironicamente come in saluto al suo amichetto laggiù e mi leccai le labbra soddisfatto dal verso che le cose stavano iniziando a prendere. Gli slacciai il bottone dei pantaloni e infilai una mano dentro di essi, sopra i boxer. Palpeggiai e massaggiai le sue parti basse per qualche secondo, finchè Donny non riprese il discorso riguardante Cory e io ritrassi la mano. « E poi dici così solo perchè ti ha dato un pugno... un pugno su questo bellissimo visino che ti ritrovi. Comunque, devo passarci del tempo assieme perchè dobbiamo fare un compito per la scuola, quindi uhm dovremo anche passare del tempo nel pomeriggio assieme » disse lui e io lo guardai decisamente male. « Voglio che tu stia con me il pomeriggio non con quel cretino, Donny! E poi non potete cambiare le coppie per il progetto? Per favore » sbuffai ingelosito innervosito a causa di ciò che mi aveva appena comunicato. Insomma, non ero geloso, non potevo esserlo. Ero solo un po' infastidito, no? Cosa piuttosto normale, oltretutto... e va bene, ero un pochino geloso, ma solo perchè ora Donny era il mio ragazzo e volevo che tale rimanesse. Non vedevo un rivale in Cory - lo consideravo alla gran lunga inferiore a me - ma Donovan a volte era così imprevedibile che non capivo che cavolo gli passasse per la testa.
    Donny mi informò poi di aver prenotato l'hotel a Londra e stavo anch'io iniziando ad eccitarmi solo a pensare alle mille cose che avremmo potuto fare in una camera che sarebbe come minimo stata larga il doppio di quelle universitarie. Due giorni di puro sesso: se avessi potuto evitare di mangiare e dormire poi - per sfruttare tutto il nostro tempo al massimo - sarebbe stato ancora più paradisiaco. Mi piaceva l'idea di svegliarmi e vedermelo dormire lì accanto, oppure essere svegliato nel modo di cui avevamo ampiamente discusso la notte precedente: insomma, ormai era assodato che essere svegliato con le dita di Donny in culo, pronto per essere scopato, mi avrebbe eccitato da morire. E poi non riuscivo ad immaginarmi nessun modo migliore per iniziare la giornata. Mi lasciai leccare le labbra e « Passeremo tutto il tempo in hotel... a fare sesso in ogni angolo della nostra stanza. E bisogna anche comprare del lubrificante che ne siamo quasi a corto! » mi disse e io annui, felice che anche lui fosse delle mie stesse idee. Mi morse poi il labbro e mi strinse di nuovo le natiche, cosa che decisamente apprezzai: mi piaceva quando lo faceva e trovai eccitante questa sua - ben giustificata - fissazione per il mio culo. « Mhh, puoi andare a comprarlo tu? » gli chiesi per quanto riguardava il lubrificante, perché non volevo che qualcuno mi beccasse in giro a comprarlo e si facesse strane idee - del tutto fondate. Non resistetti poi a portare di nuovo la mano nei suoi pantaloni ma questa volta entrai anche nei boxer, in modo da prendere direttamente in mano il suo membro e riprendere a massaggiarlo.

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    2FjJ1JU
    DONOVAN E. DOHERTHY
    ‹ you saw the half of me,
    only the half of me › ☁
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    Non mi piaceva parlare di Cory, sopratutto se ero con Hunter, insomma adesso lui sarebbe stato il mio ragazzo e l'argomento "il mio ex cory" non era di certo il meglio a cui potevamo ambire, no? Eppure il fatto che il castano fosse così tanto geloso del biondo giocatore di pallanuovo, mi piaceva, mi piaceva da morire. Mi faceva sentire quasi importante per lui. « Non vale se la metti così » Si lamento poi scuotendo la testa dopo che dalle mie labbra era uscito un commento su quanto anche lui fosse un coglione. Hunter si era poi accorto del bozzolo che si era formato nei miei pantaloni a causa dell'entusiasmo - trasformatosi in eccitazione, forte eccitazione - che la sua gelosia mi aveva procurato. Ma non glielo avrei detto, oh no, non avrebbe mai saputo che la sua gelosia mi eccitava fino a tal punto, anche perchè sapevo che - per come era fatto lui - avrebbe trovato un modo per giostrare quella situazione a suo favore. Quando sentii il suo sguardo verso la zona sud del mio corpo, trattenni una risata mordendomi il labbro inferiore e non appena « Hey » ironizzò verso il mio cazzo ancora chiuso nei pantloni - per ben poco - sentii la sua mano allungarsi verso questi e sbottonarli. Mi morsi immediatamente il labbro e feci un sorrisetto decisamente malizioso mentre lui iniziava a palpeggiare e massaggiare le mie parti intime da sopra ai boxer. Dio mio, non era possibile che ogni volta che ci trovavamo per più di cinque secondi da soli finivamo con il toccarci ovunque. Okay era possibile, c'era comunque da dire che eravamo ragazzi, e giovani, e con gli ormoni che andavano a mille e prendevano vita prorpia « Il tuo culo gli è mancato tanto sai? Non ha fatto altro che pensarlo oggi... » mugugnai. Okay era piuttosto strano parlare in terza persona del mio pene, ma era una cosa che trovavo decisamente divertente e poi in quel modo, reggevo il suo gioco. Ma comunque quella bellissima sensazione che le su emani mi stavano regalando, per mia sfrortuna, durò ancora per poco dato che l'argomento cory rientrò in mezzo e fece si che Hunter allontanasse la sua mano dai miei boxer, cosa che mi fece sbuffare in maniera piuttosto rumorosa « Voglio che tu stia con me il pomeriggio non con quel cretino, Donny! E poi non potete cambiare le coppie per il progetto? Per favore » Lo guardai mordendomi il labbro inferiore e socssi poi immediatamente la testa. Certo, come se io non avessi già provato a convincere il mio professore a cambiarci di coppia e a mettermi con Megan. No, non mi piaceva quella ragazza - esteticamente parlo - ma si poteva quasi definire più uhm cervellona di me e quindi sapevo di poter contare su di lei, e che quindi avrebbe fatto lei il compito anche da parte mia, così che io avrei potuto passare i miei pomeriggi con il mio Hunter, ma purtroppo questa non era di certo l'idea del professore che mi aveva risposto con un secco "no". « Ci ho provato, ma il professore non ne vuole sapere nulla. E quindi io e Cory dovremo passare altro tempo assieme. Se vuoi puoi venire anche tu quando lui verrà, domani, qui da me. Così lo intimederai, finiremo in fretta, andrà via, ed io e te faremo tanto tanto tanto sesso. Mh, che ne dici? » gli proposi poi con un sorrisetto mentre afferravo il suo mento e gli davo un bacio sulle labbra. Dio mi faceva impazzire quando adoperava quel tono così geloso. Mi piaceva troppo e continuava ad eccitarmi.
    Quando gli dissi di aver prenotato in un Hotel a londra, lui sembrò immediatamente felice ed entusiasta della cosa, ed io non potevo negare di essere nella stessa situazione: insomma saremo stati piu liberi e non ci saremo dovuti creare più di tanti problemi , nessuno che conoscevamo ci avrebbe visto, e sarebbe stata la uhm - chiamiamola - piccola vacanza, più bella di tutta la mia vita. Gli dissi poi che eravamo quasi a corto di lubrificante e lui immediatamente mi controrispose con un « Mhh, puoi andare a comprarlo tu? » ed io arricciai il naso scuotendo la testa ma prima che potessi rispondere, sentii la sua mano portarsi nuovamente verso i miei pantaloni sbottonati, ma questa volta entrarono anche nei boxer ed iniziarono a palpeggiarmi il membro. Feci un sospiro e socchiusi gli occhi prima di allungare la mano verso la sua e spostarla dalle mie parti intime « H, perchè non usciamo un pò da questa stanza? Faremo sesso stasera. Usciamo un pò, approfittiamone per andar a comprare il lubrificante. Non voglio una relazione che va a incentrarsi solo sul sesso e nelle mura della nostra stanza. E poi... presi un sospiro guardandolo, okay morivo dalla voglia di fargli quella domanda e forse quello era il momento adatto L'hai mollata?» gli chiesi infine, omettendo il nome "Chelsea" dato che era piuttosto palese che mi riferissi a lei..


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  8. remembær
     
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    HUNTER WILLIAM FITZPATRICK
    ‹ you make flowers grow under my bed › ☁
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    Passando dalla relazione con Chelsea a quella con Donovan era stato per me come fare un salto nel buio. Insomma, con la cheerleader era sempre stato tutto abbastanza semplice e lineare: sapevo esattamente cosa aspettarmi da lei e lei non pretendeva molto da me. Mai una volta mi ero sentito come se fossi inappropriato o non abbastanza. Impegnarmi con Donny era invece una sfida sotto ogni punto di vista, sebbene forse in quel momento non me ne stavo nemmeno rendendo completamente conto. La mia paura più grande era che io non mi rivelassi ciò che lui si aspettava e anche se avrei provato per lui a far andare bene le cose, magari sarebbe poi andato tutto a puttane e io mi sarei trovato solo come un cane. Perchè era quello il punto, non era vero? Ancora non lo sapevo con sicurezza, ma lasciando Chelsea - per Donny poi - credevo di aver perso la stima e il rispetto di ogni mio amico. Proprio per questo avevo ignorato le mille chiamate di Seth quel pomeriggio: non ero ancora pronto ad affrontare la verità, a sentire la voce del ragazzo criticarmi. Avevo invece preferito pensare al mio nuovo ragazzo perchè, arrivato a quel punto, tanto valeva godermelo no?
    Una volta in camera non avevo propriamente capito l'origine della sua forte eccitazione o se c'era qualcosa che avevo fatto che l'aveva scatenata ma non me ne preoccupai più di tanto, preferendo invece iniziare a scherzare su ciò e approfittare della situazione. Osservai soddisfatto l'espressione sul suo viso mentre le mie mani massaggiavano le sue parti basse, che da quanto immaginavo avevano un discreto bisogno di attenzioni. « Il tuo culo gli è mancato tanto sai? Non ha fatto altro che pensarlo oggi... » mi rispose lui portando le veci - si, proprio così - del suo cazzo in modo da reggermi il gioco. « Digli che anche al mio culo è mancato tanto.. e che può tornare a casa quando vuole » ribadii, sorridendo come un cretino mentre attorcigliavo le mie lunghe gambe attorno alla sua vita quasi in forma di invito.
    Risi poi quando, una volta allontanata la mia mano dalle sue parti basse, Donny mi sbuffò praticamente in faccia. Lo trovavo tenero da morire. Ora ero io però ad essere scocciato perché la sua risposta - « Ci ho provato, ma il professore non ne vuole sapere nulla. E quindi io e Cory dovremo passare altro tempo assieme. Se vuoi puoi venire anche tu quando lui verrà, domani, qui da me. Così lo intimederai, finiremo in fretta, andrà via, ed io e te faremo tanto tanto tanto sesso. Mh, che ne dici? » - non mi piaceva per nulla. Odiavo quando la gente mi negava ciò che volevo. « Dio Donny, non ce lo voglio Cory ancora qui, non me ne frega niente. Chi è il professore? Ci vado a parlare io con quella testa di cazzo. Oppure ti aiuto a fare la ricerca e poi dai a Cory le sue parti da studiare » proposi di botto, dando voce ad ogni idea che mi veniva in mente per evitare che il biondino passasse più di cinque minuti a contatto diretto con il mio ragazzo.
    Donny scosse la testa quando gli chiese se sarebbe potuto passare a comprare del lubrificante nei giorni seguenti e io lo guardai confuso, ma lasciai comunque scivolare la mia mano dentro i suoi boxer. Il riccio fece un sospiro e si godette per qualche minuto le mie attenzioni, finchè non mi spostò la mano e io lo guardai ancora più confuso. Cosa c'era che non andava ora? « H, perchè non usciamo un pò da questa stanza? Faremo sesso stasera. Usciamo un pò, approfittiamone per andar a comprare il lubrificante. Non voglio una relazione che va a incentrarsi solo sul sesso e nelle mura della nostra stanza. E poi... L'hai mollata? » parlò infine Donny, esitando verso l'ultima parte della frase. Io disingarbugliai le gambe dalla sua vita e mi appoggiai su entrambi i gomiti per alzarmi con la schiena. Che palle, cazzo. « Non voglio uscire ora. Voglio fare sesso, succhiarti il cazzo e sentirti dentro di me » mi lamentai come un bambino, con un broncio stampato sul viso. Decisi però di non tenerlo ulteriormente in ansia e « Si.. l'ho mollata. Sono tuo ora » gli confermai.


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    Edited by remembær - 26/10/2013, 23:17
     
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    DONOVAN E. DOHERTHY
    ‹ you saw the half of me,
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    Sinceramente, non credevo di essermi mai sentito felice come lo ero in quel preciso momento, con Hunter intendo. Insomma potevo benissimamente vivere solo del suo corpo, senza cibo e senz'altro, solo di lui. Ed avrei avuto una vita perfetta, si, proprio così, la vita più perfetta che si possa mai immaginare. Ma cosa ci potevo fare? Non mi ero nemmeno reso conto di come le cose si erano sviluppate tra di noi nel corso di quei mesi, mi ero solo ritrovato totalmente cotto ad un certo punto, cotto di lui, e non potevo tornre indietro - non che lo volessi fare, sia chiaro - e lui iniziava a cambiare, in positivo, iniziava ad essere come avevo sempre sperato. Non assumeva più quell'aria da stronzo che si era dipinto addosso, nei miei confronti, sembrava quasi come se quella barriera di ostilità fossi in qualche modo riuscivo a mandarla giù e questa cosa non faceva altro che rendermi entusiasta. Ero innamorato di Hunter Fitzpatrick, ne ero totalmente innamorato. Era da sempre, nel mio carattere, l'attaccamento immediato con una persona, e così era stato con Hunter, superato quel periodo di uhm chiamiamoli "battibecchi", mi ero lasciato prendere la mano e quel suo modo di fare altezzoso e con arie da superiore, mi mandavano fuori di testa. Molto strano, vero? Ma l'Hunter che era diventato adesso era, era, non lo so ancora cos'era ma sapevo che era qualcosa che mi piaceva, mi piaceva da morire. Dal pomeriggio scorso passato in camera sua, non aveva smesso un'attimo solo di farmi sorridere e questa era una cosa che apprezzavo, apprezzavo fortemente di lui. Certo avevamo avuto quei litigi stupidi, ma una volta che si erano risolti e che avevamo fatto sesso, nulla avrebbe potuto rendere la giornata migliore.
    La sua gelosia, causata da cory, mi eccitava da morire - si sapevo che era una cosa alquanto strana - ma era dettata dal fatto che, con il disturbo che avevo, mi entusiasmavo per ogni minima cosa come un ragazzino, e manifestavo in quel modo il mio entusiasmo. Cosa c'era di male? Non sembrava poi che al mio ragazzo - che bello poterlo dire - dispiacesse « Digli che anche al mio culo è mancato tanto.. e che può tornare a casa quando vuole » continuò quella specie di gioco che stavamo portando avanti da un paio di secndi e che si, mi stava divertendo. Mi allungai verso il suo collo e gli morsi delicatamente l'incavo, muovendoci poi sopra la lingua in maniera lenta « Mi sei mancato oggi... » sussurrai mentre le mie labbra erano ancora puntate sulla sua pelle e mi andavo poi a stringere al suo corpo. Ed era vero, mi era mancato, mi era mancato il suo odore, il baciare le sue bellissime labbra, i suoi capelli, lui. Tutto. Non appena strinse le sue gambe attorno a me ad incrocio, allungai immediatamente una mano verso uno dei suoi polpacci e lo accarezzai lentamente mentre mi davo allo sbuffo a causa della su amano che si era stoppata dal toccarmi. Non poteva smettere così. Ma per un'ennesima volta il discroso "cory" si mise tra di noi e per un'attimo ebbi paura che potessimo sfociare in un ennesimo litigio « Dio Donny, non ce lo voglio Cory ancora qui, non me ne frega niente. Chi è il professore? Ci vado a parlare io con quella testa di cazzo. Oppure ti aiuto a fare la ricerca e poi dai a Cory le sue parti da studiare » Scossi piano la testa e mi sporsi verso di lui per baciargli il labbro inferiore « Tu? Vorresti aiutarmi tu? esclamai cercando in qualche modo di trattenere una risata che però uscii lo stesso dalle mie labbra. Gli risi in faccia. Dai, baby, saranno solo un paio di pomeriggi... Ed il professore non vorrà senitre nessun ma e nessun però, le coppie sono state fatte un paio di giorni fa, e quindi devo tenermi Cory. » gli spiegai mentre esprimevo le mie parole, allungavo una mano sul suo viso per accarezzargli una guancia.
    La mano di Hunter tornò nei miei pantaloni e cristo, la voglia che avevo di far sesso con lui era qualcosa di decisamente incredibile, ma comunque il desiderio di uscire e di poter stare con lui anche fuori dalle mura delle nostre stanze, era troppo forte quindi non potevo lasciarmi andare. Gli scacciai la mano e non appena lui mi guardo quasi sbigottito gli dissi i miei piani per poi « Non voglio uscire ora. Voglio fare sesso, succhiarti il cazzo e sentirti dentro di me » sentire le sue parole e mordermi immediatamente il labbro inferiore. Non poteva dirmi quelle cose, mi scombussolava gli ormoni, e non doveva farlo. « Dai, H, faremo sesso stasera... lo faremo dove vuoi e come vuoi, ma ora usciamo dai..» gli dissi spostandomelo di dosso e alzandomi dal letto. Gli misi su il musetto, quello che facevo quando volevo ottenere un qualcosa, e cercavo di sembrare un patetico bambino. Ma lui poi mi disse « Si.. l'ho mollata. Sono tuo ora » ed in quel momento dischiusi immediatamente gli occhi. Hunter aveva mollato Chelsea, l'aveva lasciata, mi aveva appena detto di averla lasciata. Mi sentii per un'attimo un qualcosa alla pancia e poi senza pensarci due volte gli saltai praticamente addosso mettendomi sul suo corpo ancora steso sul materasso, dato che io mi ero alzato da meno di un minuto, a cavalcioni e dandogli innumerevoli baci per tutto il viso « Io... mugugnai a pochi centimetri dal suo viso e sorridendo grazie. » gli dissi infine prima di portare le mie labbra sulle sue e dargli un lungo bacio carico di passione. Mi staccai poco dopo ed aggiunsi « e poi, chi t'ha detto che non eri mio anche prima? Tu sei roba mia fitzpatrick, lo dice anche il tuo culo.» esclamai riportandogli alla mente che il giorno prima gli avevo scritto a caratteri cubitali il mio nome - condito del suo cognome - sulla natica.


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    HUNTER WILLIAM FITZPATRICK
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    La cosa che era cambiata tra me e Donny, rispetto a settimane prima, era il modo con cui mi ponevo nei suoi confronti: prima avevo paura del riccio o meglio, di quello che lui rappresentava per me e del desiderio che sentivo verso di lui. Al desiderio, poi, si erano aggiunti anche i sentimenti perché benché tutti dicessero che avessi un "cuore di ghiaccio" anche io mi affezionavo alle persone e piano piano avevo iniziato ad accettare che ciò stava accadendo anche con lui. Ed il giorno precedente mi ero accorto che Donny non rappresentava più un qualcuno da cui dovermi allontanare, che era okay se lo volevo tanto quanto lui voleva me. Era come se tutto d'un tratto fosse passato dalla mia parte perché no, io non ero cambiato: rimanevo sempre il solito stronzo con chiunque, tranne che con lui. Okay okay, a volta mi divertivo a prenderlo in giro o a fare delle terribili battutine, ma era per scherzare - e perché proprio non riuscivo ad evitarlo. Altrimenti, stavo diventando dolce come un fottuto pasticcino.
    « Mi sei mancato oggi... » aveva aggiunto successivamente, dopo avermi morsi la pelle fra l'incavo del collo e della spalla. Sospirai dal piacere al contatto dei suoi denti con la mia pelle e ancora di più quando leccò e baciò quello stesso punto. Mi faceva venire i brividi lungo la schiena. « Anche tu, da morire » risposi sorridendo appena e poi tirandomelo sopra, per poter posare le mie labbra sulle sue. Dio, ora che ero con lui - in tutti i sensi - mi sentivo al settimo cielo e speravo davvero tanto che la nostra storia sarebbe durata. Non volevo perderlo: avevo voglia di fare tutto con lui, di costruire ogni cosa, di provare qualunque cosa mi venisse in mente. Avrei davvero continuato a toccarlo con piacere - soprattutto ora che avevo infilato la mano le suo intimo e potevo delineare perfettamente con il tocco la forma del suo membro - ma il discorso che avevamo intrapreso mi distrasse e decisi che avrei continuato dopo. « Tu? Vorresti aiutarmi tu? » chiese Donny incredulo fallendo nel trattenere una risata, e io misi subito su il broncio. « Potrò anche sembrare deficiente, ma ci capisco anche io qualcosa di economia » dissi risentito. Insomma era vero, non aprivo quasi mai libro, ma riuscivo più o meno sempre a cavarmela. « Dai, baby, saranno solo un paio di pomeriggi... Ed il professore non vorrà senitre nessun ma e nessun però, le coppie sono state fatte un paio di giorni fa, e quindi devo tenermi Cory » cercò di accontentarmi in qualche modo e io scossi la testa, sempre imbronciato. « Non ci sto nella stanza con quello, non se ne parla » annunciai, rinunciando definitivamente all'idea di andare a parlare con il professore. Non volevo ritrovarmi nella stanza di Donovan insieme a Cory perché conoscendoci, con tutta la tensione che si sarebbe sviluppata, non saremmo riusciti a resistere più di un'ora senza provocare danni.
    Ci avevo davvero provato a convincerlo a rimanere in camera a fare sesso, ma capii di aver fallito quando Donny rimosse la mia mano dai sui pantaloni. Ci rimasi in parte male, ma decisi di ascoltarlo: « Dai, H, faremo sesso stasera... lo faremo dove vuoi e come vuoi, ma ora usciamo dai.. » continuò e mi fece il muretto con gli occhioni dolci, quello a cui non sapevo dire di no. Mi riservai comunque del tempo per pensarci e lasciai che l'argomento venisse deviato. Donny si era alzato quando, dopo che gli dissi di Chelsea, lui fece dietro-front e si avviluppò a me come una cozza, dandomi un'infinità di baci entusiasti sulla labbra. « Io... grazie. E poi, chi t'ha detto che non eri mio anche prima? Tu sei roba mia fitzpatrick, lo dice anche il tuo culo » iniziò e io risi, non sapevo esattamente se era più per la battuta vinile o per quanto adorabilmente entusiasta fosse di quella cosa. Mi fece sentire come se avevo davvero fatto la cosa giusta. « Sono felice di acero fatto » confessai andando a baciarlo. Aspettai poi che si alzasse nuovamente e io feci lo stesso. « Dai, ora andiamo a prendere quel cavolo di lubrificante così dopo scopiamo, mh? » accettai finalmente, mentre stringevo l'ultima volta le sue parti basse - ora un po' più notevoli - delicatamente con le dita, prendendo anche i suoi testicoli. Cazzo, non riuscivo a tenergli giù le mani di dosso, era bellissimo. Gli sistemai infine il collo della camicia e lo baciai un'ultima volta per poi aprire la porta e uscire.


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